I Protocolli e i dogmi di Lerner
E’ possibile che un romanzo che vuole essere una vigorosa condanna dell’antisemitismo possa invece fare l’effetto contrario – se pure contro la volontà dell’autore – e per questo suscitare dei dubbi e delle critiche? Certo, anche se l’autore è Umberto Eco, perché l’eterogenesi dei fini esiste.
Ma così non la pensa Gad Lerner che ieri, nella trasmissione dell’Infedele in gran parte dedicata al nuovo romanzo di Eco, Il cimitero di Praga, ha bellamente ignorato le riserve avanzate su questo tema da ben tre articoli apparsi su Pagine ebraiche – di Anna Foa, Riccardo di Segni, Ugo Volli – per considerare invece come unica rappresentazione di questo atto di lesa maestà la mia recensione al libro stesso apparsa sull’Osservatore romano, e quindi fare solo della mia riverita persona il capro espiatorio dell’inconcepibile crimine suddetto. Tacendo, per l’appunto, il fatto che sul giornale della Santa sede accanto alla mia era riprodotta anche la recensione di Anna Foa apparsa su Pagine ebraiche.
Così il dubbio che il romanzo possa avere sui lettori un’influenza antisemita – o comunque non contribuire affatto a smascherare i famigerati Protocolli – è stato confinato a una bizzarra e ultradiscutibile posizione di “cattolicesimo integralista”, naturalmente nemica di Eco perché lo scrittore sarebbe troppo libero e aperto, contrario ai “dogmi”, che tanto soffocano, invece, il pensiero dei cattolici. Un modo manipolatorio per non parlare di un problema vero, per far finta che i cattivi sono sempre i soliti, che tutto va sempre bene. Per Lerner e per i suoi amici, ovviamente.
Lucetta Scaraffia