Qui Firenze – Candidati a confronto
Si avvicina la grande tornata elettorale del sette novembre che porterà alla designazione dei delegati di nomina non consiliare che parteciperanno al prossimo Congresso dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Nella sede della Comunità ebraica di Firenze si è svolta ieri sera una stimolante assemblea preelettorale di presentazione dei candidati fiorentini in lizza nelle due liste presentatesi nella prima circoscrizione di cui il capoluogo toscano è città capofila. Sollecitati dai punti sollevati dal delegato di nomina consiliare, l’ex presidente della Comunità Dario Bedarida, i candidati hanno approfondito le linee guida della propria strategia e risposto ad alcune domande del pubblico. Come gestire i rapporti interni tra le Comunità? Qual è l’ebraismo che vogliamo nel nostro futuro? Come dobbiamo rapportarci con gli ebrei invisibili? Ugo Caffaz, capolista della lista per l’Ebraismo, ha rivendicato il ruolo fondamentale svolto dalle piccole comunità all’interno dell’ebraismo italiano, soprattutto nel dialogo con la società esterna e nel reperimento di risorse attraverso l’Otto per Mille, auspicando che in sede congressuale non prevalga il mero aspetto giuridico ma che si parli dei problemi più sensibili che toccano la più antica comunità della Diaspora. “Al Congresso bisogna prendere coscienza della profonda crisi dell’ebraismo italiano – ha detto Caffaz – ed evitare di arrovellarci sui singoli articoli”. In rappresentanza della lista Per le Comunità sono invece intervenuti Dora Liscia Bemporad e Mario Fineschi. La professoressa Liscia Bemporad si è soffermata in modo critico sull’istituto del Collegio Rabbinico (“Non si sa bene cosa sia. È un ente a cui diamo dei soldi senza ritorno nelle piccole Comunità oppure è una struttura che ha ancora significato?”) ed ha auspicato una presa di coscienza degli ebrei italiani del proprio passato e presente oltre a una futura standardizzazione e unificazione di alcuni servizi intercomunitari tra cui la kasherut. Sulla falsariga di Liscia Bemporad, Fineschi ha riaffermato l’esigenza di pensare alle ventuno comunità italiane “come a un sistema integrato”, in particolare nella razionalizzazione dei costi e nei percorsi di conversione all’ebraismo. Chiesta da Fineschi anche la partecipazione delle piccole comunità alla stesura e al controllo del bilancio dell’Unione. Nel corso della serata, oltre ad alcuni iscritti alla Comunità presenti in sala, sono intervenuti anche il rabbino capo Joseph Levi che si è chiesto quali strategie vadano adottate in futuro per evitare fratture tra iscritti e rabbanut e il presidente della Comunità Guidobaldo Passigli che si è detto soddisfatto per aver riscontrato molti punti comuni tra le due liste.
a.s.