Qui Torino – Combattere la crisi, progettare il futuro

Un dibattito aperto, un’atmosfera distesa e un largo consenso sull’operato e sulla progettualità della Giunta, hanno contrassegnato l’assemblea degli iscritti della Comunità ebraica di Torino.
“La differenza tra una Comunità e un’impresa è che solo la seconda è tenuta a raggiungere il pareggio del bilancio”. Il rabbino capo di Torino Eliyauh Birnbaum ridimensiona le preoccupazioni espresse dall’Assemblea degli ebrei torinesi riguardo al forte deficit previsto dal bilancio preventivo del 2011 presentato dal Consiglio. In accordo con la maggioranza dei consiglieri, rav Birnbaum, difende una politica di investimenti che guardi “al futuro umano della Comunità, e non solo a quello economico”.
Il disavanzo previsto dal Consiglio della Comunità di Torino per il 2011 è pari a 740 mila euro, il dieci per cento in più dell’anno ancora in corso. “La situazione congiunturale sfavorevole – spiega il consigliere Marco Luzzati – ha portato una drastica riduzione delle entrate: in particolare eredità e donazioni sono le voci che hanno subito il calo più netto”.
Sebbene il patrimonio complessivo di mobili e immobili della Comunità sia ancora abbastanza ingente, la sua progressiva erosione desta molte preoccupazioni. Alcune di esse si manifestano in critiche mosse al Consiglio da parte di chi non nota, nella gestione del patrimonio, il regime di austerità che le difficoltà economiche imporrebbero. Tali critiche giungono a fronte di una relazione del Consiglio – di cui il presidente Tullio Levi dà lettura all’Assemblea – ricca di progetti, e dunque di spese, incentrati sul rafforzamento dell’ufficio rabbinico, sul coinvolgimento degli iscritti nella vita comunitaria e sulla formazione ebraica dei giovani.
In apertura vengono presentati agli ebrei torinesi il loro nuovo vicerabbino Avraham De Wolf e i suoi aiutanti, due shelichim del progetto Ben Ami, Hananel Sarel e Chen Haliouan, inviati da Israele alla comunità di Torino come rinforzo per l’ufficio rabbinico. “Si occuperanno dei bambini della scuola, della preparazione di bar e bat mitzvah, della kasherut e di altre mansioni concernenti attività rituali”, spiega Tullio Levi.
Nella direzione dell’impulso alle attività educative che vuole dare il Consiglio va anche l’adesione al progetto Morasha: “Torino è la prima città italiana a sfruttare quest’opportunità – spiega rav Birnbaum”. Si tratta di un finanziamento internazionale di venticinque mila euro all’anno destinati come compenso a ragazzi che parteciperanno a ciclo di lezioni tenute dai rabbini e da altri insegnanti. Il dato insolito è che invece dei docenti vengono pagati gli allievi.
Parallelamente riprenderanno a pieno ritmo le attività della scuola rabbinica Margulies – Disegni, assicurano dall’ufficio rabbinico.
In vista delle elezioni che si terranno domenica 7 novembre per eleggere i delegati al Congresso dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, in programma a dicembre a Roma, c’è spazio anche da dedicare alle vicende nazionali. Guido Neppi Modona, ex vicepresidente della Corte Costituzionale, espone all’Assemblea una relazione sulle proposte di modifica dello Statuto dell’Ucei che saranno discusse a dicembre in sede congressuale. Vengono quindi presentate le due liste della prima circoscrizione, cui appartiene Torino. La lista 1, Per l’ebraismo italiano, viene presentata dal candidato Filippo Levi, mentre per la lista 2, Per le comunità, parla Giluio Disegni.
Infine la relazione del Consiglio viene approvata con trentatré voti favorevoli e tre contrari, mentre sul bilancio il Consiglio ottiene una maggioranza di consensi più ristretta.
Le due principali opinioni che si contrappongono in sede assembleare a Torino, in seguito all’esame di un bilancio fortemente deficitario, sostengono una la necessità di risparmiare tutto il possibile, l’altra che non si debba lesinare sui progetti che guardano al futuro e ai giovani, anche e soprattutto in virtù del fatto che Torino è una comunità di 876 iscritti la cui età media è cinquantadue anni. Quello che mette d’accordo tutti è l’appello alla generosità degli iscritti e alla loro disponibilità di dimostrare, per una volta anche materialmente, il loro attaccamento alla Comunità e la loro sensibilità verso le difficoltà in cui versa.

Manuel Disegni