Il Talmud parlerà anche italiano
L’appuntamento è a Roma dal 25 al 28 novembre. La riunione, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico al Collegio rabbinico italiano, vedrà la presenza di nomi autorevoli nel campo degli studi ebraici. La sfida di cui si getteranno le basi è imponente: tradurre in italiano il Talmud, l’immenso testo che costituisce il pilastro fondamentale della metodologia e della tradizione ebraica. “Un progetto importante quanto ambizioso. Sarebbe la prima volta in Italia – spiega il rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e direttore del Collegio rabbinico italiano – che si compie un’operazione di questo tipo. Sarebbe un modo – continua il rav – per allargare il bacino di utenza del testo talmudico. La traduzione avvicinerebbe molte persone a questa opera così complessa e interessante, ma potrebbe diventare anche un utile ausilio per lo studio”.
Scritto in aramaico, il Talmud è notoriamente un’opera di difficile comprensione, che utilizza un linguaggio sintetico, criptico, per cui spesso è difficile assimilare il significato preciso delle frasi. Si comprende, dunque, quanto sia prezioso per chi studia l’immenso mare dei trattati talmudici, l’aiuto dei maestri e dei commentatori. Senza dimenticare la barriera linguistica: l’aramaico, infatti, non è esattamente la lingua più praticata al mondo. Proprio con la finalità di superare la barriera linguistica, a Gerusalemme rav Adin Steinsaltz, uno dei massimi conoscitori del Talmud, ha sviluppato un grande progetto di traduzione commentata dell’antico testo in ebraico moderno. Grazie al lavoro di rav Steinsaltz, il Talmud ha raggiunto una diffusione a livello globale; la sua versione, con commento e approfondimenti, è stata tradotta in diverse lingue moderne, fra cui inglese, francese, tedesco e russo. E il settimo giorno di questo mese di novembre sarà un giorno di grandi festeggiamenti in tutto il mondo, una data storica: uscirà, infatti, l’ultimo trattato tradotto da Steinsaltz, il completamento del lavoro di una vita. Il Global Day of Jewish Learning, un’iniziativa che coinvolge tutto il mondo ebraico, per festeggiare insieme la storia, la cultura, la tradizione del popolo di Israele. Mentre si conclude un ciclo, dunque, in Italia si cerca di aprirne un altro. Partendo da una nuova versione in lingua italiana.
Nella nostra lingua, infatti, se non per poche e sporadiche pagine, non si trova una versione del testo talmudico. “Per portare avanti questo progetto – spiega rav Riccardo Di Segni – sarà necessario un grande investimento di forze ed energie”. Il Collegio rabbinico italiano e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane saranno, ovviamente, in prima fila ma dovranno essere coinvolte, per un lavoro che dovrebbe protrarsi per molti anni, anche altre istituzioni. “Recentemente – afferma Di Segni – abbiamo avuto un incontro positivo con il ministro Gelmini, che ha espresso il suo interesse per il progetto”. Alla riunione ha partecipato anche il consigliere UCEI Sandro Di Castro. L’idea è di coinvolgere anche il Consiglio nazionale delle ricerche, che potrebbe garantire un valido supporto grazie ai suoi diversi dipartimenti. Un’operazione monumentale che, come ha sottolineato il direttore del Collegio rabbinico, permetterebbe a molti ebrei italiani di avvicinarsi a un testo così importante per la tradizione ebraica. “Con la traduzione – spiega rav Gianfranco Di Segni, che è biologo molecolare proprio al Cnr e docente al Collegio Rabbinico di Roma – si potrebbe rendere accessibile ai più, come del resto ha fatto rav Steisaltz, il Talmud. Potrebbe essere un primo passo per spingere molte persone ad intraprendere il difficile cammino dello studio dei trattati indispensabili per comprendere la nostra realtà, la nostra identità e la nostra legge”.
Daniel Reichel, Pagine Ebraiche, novembre 2010