continuità…

Uscendo dalla casa paterna per fuggire da suo fratello e per cercare moglie, Yaakòv comprende che l’incontro/scontro con Esàv deve essere affrontato preventivamente in una prospettiva sua interna. Yaakòv deve confermare a se stesso che l’elezione ricevuta non è il prodotto di un inganno e neppure di un dono irrevocabile e incondizionato. La sfida si gioca sul futuro piuttosto che sul passato. Come riuscire a mantenere la continuità con suo padre e suo nonno? Come riuscire a non perdere nessuno dei suoi figli? Come riuscire a rimanere intero e a mantenere la propria identità? E insieme con noi suoi discendenti si interroga con angoscia: i nostri figli riusciranno a mantenerla? Dopo che riesce a unire assieme 12 pietre che si fondono in unica pietra, Yaakòv diventa l’identità integrata di Israele, una declinazione/ moltiplicazione in dodici figli – tribù, paradigmi di 12 modi di essere diversamente ebrei. Tutti compresi in uno stesso grande sogno, quello di una scala con degli angeli che fanno su e giù, come in una dialettica ininterrotta, un ponte creativo tra cielo e terra.

Roberto Della Rocca, rabbino