…Natan il Saggio

Natan, il Saggio di Messina. Avvicinandosi la data del Gerùsh dall’Italia del Sud, in onore alla gloriosa storia di un ebraismo scomparso, vorremmo qui ricordare un importante esponente della Qabbalah estatica: Natan ben Saadyah Harar, l’autore de Le porte della giustizia (Adelphi 2001). Natan abitava a Messina ed era uno studente di filosofia. Intorno ai vent’anni (ossia verso il 1280) incontrò Avraham Abulafia (1240-1291 ca) e divenne suo allievo. Intorno al 1284 Abulafia ebbe delle visioni e quasi tutti i suoi allievi – tra cui Natan – lo abbandonarono. Dopo un paio d’anni il legame venne ripreso, per altri tre anni.
Mosheh Idel conclude la sua lunga introduzione al libro osservando che Abulafia dedica una sua opera, Or ha-sekel, all’autore de Le porte della giustizia, definendolo Natan ha-Navon, ossia Natan il Saggio. In quell’opera egli narra la storia delle tre perle, di cui una sola è autentica, come allegoria delle tre religioni monoteistiche, proprio come Gotthold Ephraim Lessing (1729-1781) utilizza la storia medioevale dei tre anelli. Se Lessing è stato in qualche modo influenzato dal libro di Abulafia, allora si potrebbe dire che Natan il Saggio di Messina ha avuto maggior gloria nella letteratura tedesca di quanta non ne abbia avuta, finora, nella storia della Qabbalah.

Marco Morselli, docente