Qui Torino, qui Casale – Una giornata con Amos Oz

Al termine di una intensa settimana trascorsa in Piemonte, durante la quale ha incontrato migliaia di studenti, lo scrittore israeliano Amos Oz è intervenuto al teatro Regio di piazza Castello. In occasione del conferimento del premio alla carriera Salone Internazionale del Libro 2010, assegnatogli nello scorso maggio dal pubblico, il romanziere romano Alessandro Piperno, insieme al direttore del Salone Ernesto Ferrero, ha introdotto il grande scrittore a un pubblico in cui si sente un’intensa presenza giovanile. Questa sera, sempre a Torino, lo scrittore incontra il rabbino capo ashkenazita d’Israele rav Yona Metzger, che si trova nel capoluogo piemontese per celebrare l’insediamento del nuovo rabbino capo rav Eliahu Birnbaum, e festeggerà l’entrata dello Shabbat con la Comunità ebraica di Torino.
Ieri Oz è stato accolto, in occasione della quinta edizione del Festival di cultura ebraica OyOyOy, a Casale Monferrato, dove gli è stato conferito il prestigioso premio del Festival che in passato fu assegnato già a Emanuele Luzzati, David Grossman e Abraham Yehoshua.
“Da cinque anni – ha detto per l’occasione Antonio Monaco, presidente di Monferrato Cult – qui in Monferrato, a partire dalla città di Casale, ci dedichiamo ad approfondire il dialogo con la cultura ebraica. Come è sempre accaduto nella storia, questo dialogo è il frutto di un incontro e di uno scambio, e non sempre questi rapporti sono innocui o indolori. Anche se profondamente inseriti nel territorio locale – ha aggiunto – oggi abbiamo la fortuna di poterci muovere in una prospettiva internazionale. E così riusciamo a evitare il rischio di cadere nella rievocazione folkloristica o di parlare di temi che non ci riguardano personalmente. In questo modo abbiamo la fortuna di incontrare persone come Amos Oz. Persone che ci danno una percezione concreta e forte che la cultura è vita, sangue, lacrime e gioia. Persone che permettono di comprendere che il dialogo, la mediazione e perfino il compromesso possono essere l’espressione del coraggio e della forza, e non quella della convenienza o della debolezza”.