…beatificazione

La recente infedele intercessione della Rai per la beatificazione di un capo di stato straniero ha risollevato il dibattito storico sulla retata antiebraica a Roma del 16 ottobre 1943. Vorrei contribuire con due osservazioni. La prima è che una parte (minore) dei fermati era di religione cattolica. Ora, poiché essi non avrebbero dovuto essere iscritti nei registri della Comunità ebraica, si dovrebbe dedurne che perlomeno nel loro caso gli arrestatori utilizzarono elenchi “non comunitari”. In effetti all’epoca gli uffici pubblici (Comuni, Questure, ecc.) pullulavano letteralmente di elenchi di “appartenenti alla razza ebraica”. Si consideri che al CDEC possediamo un elenco (a stampa!) degli ebrei abitanti a Milano nel 1942 che reca il numero progressivo 93. Da vari anni ripeto che la questione dell’utilizzo il 16 ottobre degli “elenchi comunitari” la si può dipanare intrecciando digitalmente tutti i dati degli arrestati e dei vari elenchi noti e indagando in particolare il caso dei ‘misti’ e dei ‘battezzati’: quanti furono fermati?, furono fermati nelle residenze anagrafiche o altrove?, abitavano assieme a famigliari “ebrei puri”?, eccetera. Comunque anche per questa vicenda vale la regola aurea: ‘no ricerca?, no conoscenza!’. La seconda osservazione concerne il comportamento in quel frangente dei dirigenti laici e religiosi della Comunità ebraica romana. La quantità di anni trascorsi ci dovrebbe imporre di accantonare ogni giudizio approssimato e di dare – anche qui – il via a ricerche approfondite. Segnalo il possibile titolo di una di esse: Dante Almansi, Lelio Vittorio Valobra e Angelo Sullam cosa appresero – sia prima del 25 luglio 1943, sia durante i “quarantacinque giorni” – dello sterminio in atto e del fatto che l’ebraismo libero (in Usa, GB e Svizzera) stava premendo (toh, anche sulla Santa Sede!) perché gli ebrei italiani venissero trasferiti a sud o in Svizzera? E quindi: l’8 settembre cosa sapevano o potrebbero aver saputo? Vi sono alcune loro lettere da ricercare e esaminare in dettaglio, vi sono archivi ebraici all’estero da setacciare, … Ma per svolgere queste ricerche proficuamente, occorre da un lato essere ben consapevoli delle differenze esistenti tra un documento coevo e una testimonianza posteriore e dall’altro saper tenere a bada il semplicismo dei raggruppamenti: “il rabbinato”, “la dirigenza comunitaria”, “gli ebrei fascisti”, ecc. La storia è una disciplina molto rigida.

Michele Sarfatti, storico