Lello Perugia (1919-2010)

A lui Primo Levi si era ispirato attribuendogli il personaggio di Piero Sonnino in Se questo è un uomo e di Cesare ne La Tregua in cui viene narrato il viaggio di ritorno dal campo di sterminio di Auschwitz che entrambi avevano compiuto a proprie spese. Lello Perugia uno “dei testimoni delle pagine più tristi della nostra storia contemporanea”, come lo ha definito in un comunicato ufficiale Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, è morto ieri all’ospedale san Camillo dove era da tempo ricoverato. Nato a Roma il 31 ottobre 1919, Perugia fu catturato da partigiano in Abruzzo e da qui condotto nelle carceri romane di via Tasso e di Regina Coeli, dove fu torturato prima di essere caricato sull’ultimo vagone piombato in partenza da Roma per Fossoli e poi ad Auschwitz e ancora al campo di lavoro di Monowitz, con la matricola A15803.
Lello Perugia era cresciuto in una famiglia impegnata politicamente, sua nonna Emma Dell’Ariccia, era fra i fondatori del partito comunista, era entrato nella Resistenza, ma quando fu catturato “preferì dichiararsi ebreo piuttosto che partigiano”, come ricorda Piero Terracina, che di Perugia fu amico e compagno di sventura.
Al suo ritorno fu dirigente dell’Anpi e dell’Aned a cui dedicò tutta la sua vita. ”Con Lello Perugia scompare un uomo che, dopo essere sopravvissuto al campo di sterminio nazista di Auschwitz, ha accettato di mettere la propria tremenda esperienza a disposizione dei più giovani, per creare in loro gli anticorpi che possono contribuire a impedire il ripetersi di simili tragedie per l’umanità”. Ha dichiarato Nicola Zingaretti.
Sulla stessa linea il sindaco di Roma Gianni Alemanno che di Perugia ammira “il prototipo di ebreo vittima non passiva della persecuzione” .
Il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici nell’esprimere il cordoglio di tutta la Comunità ebraica rivela la propria preoccupazione per “l’assottigliarsi del numero dei sopravvissuti, e questo, – sottolinea Pacifici – pone il problema di come tramandare la testimonianza e la memoria della Shoah”. Pacifici ribadisce, al proposito, la necessità di lavorare su due fronti entrambi fondamentali per contrastare il negazionismo: quello della “formazione di nuove leve che possano prendere il testimone della Memoria” e l’approvazione di una “legge anti-negazionismo”.