Talmud – Il giornalista e il rabbino

Con l’incontro all’istituto Pitigliani e quindi il dibattito fra il rav Adin Steinsaltz e il giornalista Gad Lerner si sono chiuse le celebrazioni per la conclusione dell’opera monumentale di traduzione del Talmud babilonese, dall’aramaico antico all’ebraico moderno. Il rav Steinsaltz ha impiegato quarant’anni alla realizzazione di questo lavoro e grazie a lui molti potranno studiarne e capirne meglio la struttura, i valori e i principi ebraici in esso contenuti.
Il confronto fra il giornalista e il rabbino proveniente da Gerusalemme è stato organizzato dal rabbino capo di Roma, rav Riccardo Di Segni. Il suo obiettivo era mettere in luce e confrontare due modi diversi di interpretare il legame con l’ebraismo. In realtà a prevalere sono state le idee e le origini in comune fra i due, che si sono scambiati opinioni con toni pacati e gioiosi, mai veramente in contrasto fra loro. A moderare l’incontro è stata Simonetta Della Seta, addetta culturale all’ambasciata italiana di Tel Aviv e a fare da traduttore per il rav Steinsaltz ci ha pensato il coordinatore del Collegio rabbinico italiano, il rav Gianfranco Di Segni.
“Le due persone che sono al mio fianco qui stasera sono entrambi grandi comunicatori: Steinsaltz ha permesso l’accesso al Talmud a tutti e Gad Lerner si occupa, dal canto suo, di una comunicazione più attuale”, così la moderatrice ha presentato gli ospiti della serata e al tempo stesso trovato un punto di contatto fra il rabbino e il giornalista.
Il rav Steinsaltz è stato il primo a prendere la parola e rivolgendosi al suo avversario dialettico ha ironicamente affermato: “La mia famiglia era molto più a sinistra di Gad Lerner, erano in Spagna nella lotta contro Franco, forse avremmo dovuto discutere di marxismo, ma il marxismo oramai è una materia di studio solo per gli storici, neanche in Cina se ne parla più”.
Alla domanda di Simonetta Della Seta su quale fosse il rapporto dei due con il Talmud il rav ha risposto: “Io amo questo libro e su questo non possono esserci spiegazioni, un amore non si può spiegare, se fosse spiegato non sarebbe più amore”. Gad Lerner, dal canto suo, dopo aver ammesso di non aver studiato mai in profondità questo testo ne ha evidenziato il punto centrale e ciò che lo attrae, lo ha fatto citando una frase dello stesso Steinsalz: “Nessuno può studiare il Talmud senza diventare un eterno scettico”. “Utilizzare la parola scettico fa sembrare la cosa negativa ma non è così – ha affermato Lerner – Lo scetticismo di cui parla il rav è da intendere come lo sviluppo di un senso critico”. Il confronto appunto, opinioni diverse che si accavallano fra loro, ma che danno vita a un unico testo sacro. E’ questo “senso critico” l’insegnamento che il giornalista ha tratto da questo testo.
Fra gli argomenti che si sono susseguiti nel dibattito si è parlato anche di Shoah e il rav a tale proposito ha affermato che “la religione della Shoah è una religione immorale, essere perseguitato non mi rende né più giusto né sapiente, voglio essere ebreo grazie al Signore e non perché sono stato perseguitato”.

Valerio Mieli