…Chiesa
Il presidente israeliano, Shimon Peres, ha rilasciato un’intervista al mensile cattolico “30 Giorni” che rende difficile capire i suoi motivi. Egli dice all’intervistatore: “Come ripeto spesso, i rapporti sono i migliori possibili da duemila anni a questa parte. Dai tempi di Gesù a oggi non abbiamo mai mantenuto relazioni migliori “. Mi chiedo cosa abbia spinto il Presidente a rilasciare un tale certificato di benemerenza alla Santa Sede, del tutto immeritato secondo molti osservatori. Riassumiamo in breve l’atteggiamento di Benedetto XVI. Anzitutto sussiste una notevole differenza di trattamento degli ebrei da un lato e dello Stato d’Israele dall’altro. Rispetto e dichiarata amicizia nei confronti degli ebrei e solo riprovazione e critiche acerbe nei confronti di Israele. Per far tornare i Lefebvriani in seno alla Chiesa, Benedetto XVI ha rimesso in vigore il Messale Tridentino nel 2007, restaurando la preghiera perché gli ebrei vedano la luce ( e si convertano al Cattolicesimo). Nel 2008 ricevendo le credenziali dell’ambasciatore d’Israele Mordechai Lewy, il Papa aprì il suo discorso ringraziando il Signore per aver esaudito le aspirazioni del popolo ebraico per una dimora nella terra dei loro padri. Ottimo, ma subito dopo incluse nel discorso quattro pagine di lamentele contro Israele: l’allarmante declino della popolazione Cristiana nel Medio Oriente e le sofferenze della popolazione palestinese, ricordò che il negoziato per le esenzioni fiscali non è ancora terminato e non è risolta la questione dei visti al personale ecclesiastico. Nel gennaio 2009 durante l’operazione militare israeliana “Piombo Fuso” il Papa parlò cinque volte in sette giorni in favore dei Palestinesi, senza mai dire una parola di solidarietà per la popolazione civile israeliana che subì attacchi missilistici pluriennali. Durante la sua visita in Israele nel maggio 2009 egli osservò “E’ tragico constatare che ancor oggi vengono innalzati muri”. Nessuna comprensione per le ragioni di Israele nel costruire la barriera che ha salvato numerose vite umane impedendo l’accesso dei terroristi palestinesi. Durante la stessa visita il 13 maggio parlando ai profughi palestinesi Benedetto XVI li paragonò alla Sacra Famiglia. Secondo il Vangelo di Matteo la Sacra Famiglia fu costretta a fuggire in Egitto poiché Erode, re degli ebrei, voleva uccidere il bambino. Egli conferisce così ai palestinesi una dimensione teologica. Il recente sinodo dei vescovi del Medio Oriente ha offerto l’occasione alla chiesa per un ulteriore attacco contro Israele. Il sinodo si è concluso nell’ottobre scorso con un messaggio finale con cui si accusa Israele di agire con ingiustizia nei confronti dei palestinesi i quali soffrono “le conseguenze dell’occupazione israeliana: la mancanza di libertà, di movimento, il muro di separazione e le barriere militari, i prigionieri politici, la demolizione delle case, la perturbazione della vita economica e sociale e le migliaia di rifugiati”. Insomma la chiesa ha finalmente trovato la causa di tutti i mali del Medio Oriente, cioè Israele.
Sergio Minerbi, diplomatico