Hatzer – Ebrei professionisti
“Ebreo professionista”: con questo scherzoso appellativo un amico descrive le molteplici attività che caratterizzano il vissuto quotidiano di gran parte dei rappresentanti delle piccole comunità sparse sul territorio nazionale. La società italiana ci tira per la giacca e chiede – a volte pretende – il nostro intervento e la nostra partecipazione. Vogliono sapere, conoscere, incontrare, dibattere, visitare, partecipare, donare, ricevere. E un ufficio di comunità (quando c’è) o un presidente, o un rappresentante, è costretto a mettersi e togliersi il cappello cento volte al mese nel disperato tentativo di rappresentare al meglio un ebraismo che è nel medesimo tempo vita vissuta, tradizione, e storia (tanta, e importante). E lasciamo perdere la vita professionale di ognuno di noi, che il più delle volte diventa un accessorio necessario ma secondario. Il nostro multiforme protagonista in una settimana tipo fa di tutto: interviste a stampa e tv su antisemitismo, Israele, cultura ebraica (a volte tutti e tre i temi nella medesima intervista), conferenze letteralmente su tutto, incontri ecumenici, riunioni organizzative con diversi comitati comunali che richiedono la presenza “degli ebrei”, viaggi didattici. Ma poi partecipa alle lezioni del rabbino, scrive il bilancio della comunità, si occupa delle richieste di finanziamenti, risponde a lettere e telefonate sugli argomenti più svariati, scrive articoli, fa la guardia fuori dal tempio, firma contratti, vigila sui lavori di restauro. Se volesse far bene tutto questo dovrebbe essere pluri-specializzato, mentre il più delle volte è costretto a improvvisarsi e a chiedere aiuto. Nel vecchio statuto dell’UCEI, così come nella bozza del nuovo, tutto ciò non risulta e non viene codificato. Ma se l’Otto per mille fornisce ancora un gettito sostanzioso (e temo che non durerà molto), lo si deve in gran parte all’attività di questi piccoli supereroi di un ebraismo diffuso nel territorio nazionale e caparbiamente impegnati a rappresentare in forma degna una tradizione storica, a organizzare la vita ebraica del presente e a progettarne le forme per il futuro.
Gadi Luzzatto Voghera