Terra nostra, terra straniera
Il racconto della lotta maccabaica e della festa di Chanuccà è riportato in particolare nei libri dei Maccabei, nel trattato di Shabbat del Talmud e nella preghiera “al hanissim” che fa parte della Amidà e, più tardi, nella Meghillat Antiocus riportata, per esempio, nel Machazor di Shadal. Quello che è interessante notare – e desideriamo farlo presente in particolare ai signori vescovi mediorientali che hanno partecipato al Sinodo dello scorso ottobre, è che “Il Primo libro dei Maccabei …è un testo contenuto nella Bibbia cristiana (Settanta e Vulgata) ma non accolto nella Bibbia ebraica (Tanakh). Come gli altri libri deuterocanonici è considerato ispirato nella tradizione cattolica” (dalla voce Primo libro dei Maccabei di Wikipedia) onde anche le Bibbie cattoliche, come quella curata dall’abate Giuseppe Ricciotti o da Angelo Penna, per esempio, lo riportano e, se ci pensiamo, non è a caso dato che è risaputo che se la guerra maccabaica avesse avuto un esito diverso il Cristianesimo non avrebbe potuto nascere. Nel capitolo 15 leggiamo di un dialogo fra Atenobio, messo del re Antioco, e Shimon il Maccabeo (-142/-134) sul diritto ad Erez Israel: «Simone gli rispose: “Non abbiamo occupato terra straniera né ci siamo impossessati di beni altrui ma dell’eredità dei nostri padri, che fu posseduta dai nostri nemici senza alcun diritto nel tempo passato. Noi, avendone avuta l’opportunità, abbiamo ricuperato l’eredità dei nostri padri. ..». Cfr. R. Fontana nel suo “Gerusalemme e dintorni. Per una teologia cristiana della Terra di Israele”, 2009, p. 27 notando che “la Terra di Israele è stata al centro dell’intera storia ebraica…”.
Alfredo Mordechai Rabello, Università Ebraica di Gerusalemme