Sharon: Da cinque anni in coma, i suoi progetti politici incompiuti

Tel Aviv, 4 gennaio 2011

Aveva guidato con polso lo sgombero di ottomila coloni dalla Striscia di Gaza, ciò comportò la sua uscita dal Likud, il partito che aveva guidato per decenni, che era in disaccordo con la sua scelta. Questa è stata l’attività politica dell’ex premier israeliano Ariel Sharon, che prese e portò e termine questa decisione anche per favorire accordi di pace con i palestinesi. Era la sera del 4 gennaio 2006, quando Sharon fu ricoverato in un ospedale di Gerusalemme e versa tuttora in un coma che secondo i medici è irreversibile. I grandi progetti del leader israeliano, sui quali lavorava negli ultimi mesi prima del ricovero in ospedale, sono rimasti incompiuti. Sono cinque anni che Sharon è assente dalla scena politica e a Gaza, due anni dopo il ritiro, Hamas ha espugnato il potere e la Striscia rappresenta una preoccupante spina nel fianco per Israele. Sul piano politico Kadima, il partito che Sharon aveva fondato assieme al laburista Peres una volta abbandonato il Likud, resta il partito di maggioranza relativa: ma da due anni è costretto alla opposizione, a differenza di quanto i primi sondaggi sul nuovo partito di formazione centrista affermavano: “partito lanciato verso la conquista di un terzo della Knesset”, perché nel Parlamento israeliano le forze di destra e religiose hanno assunto un peso complessivo preponderante. Attualmente Sharon è ricoverato, in totale isolamento, nell’ospedale Tel ha-Shomer di Tel Aviv. Respira in maniera autonoma, tiene gli occhi aperti, ogni tanto sembra stringere la mano a persone che forse riconosce. Le sue condizioni sono stazionarie e i figli vorrebbero ora trasferirlo nella sua residenza, nel ranch dei Sicomori, nel Neghev.