Una tappa importante verso il rinnovamento

Sulla base della mia ultra ventennale esperienza di precedenti Congressi dell’Unione, mi pare che quello che si apre il 5 dicembre potrà segnare una tappa importante e positiva per il rinnovamento dell’ebraismo italiano. Tanto più se le diverse liste e rappresentanti, gli eletti e i designati dai Consigli delle Comunità, mostreranno unità di intenti, pur nella diversità dei loro orientamenti. Prevedo un ampio dibattito, magari anche acceso, ma di toni elevati e tale da poter sfociare in indicazioni unitarie per il nuovo Consiglio dell’Unione. Due sono le grandi tematiche: da un lato la riforma dello Statuto, dall’altro il programma dell’Unione per il prossimo quadriennio e la scelta di coloro che lo realizzeranno. Iniziamo dalla riforma dello Statuto, che potrà avere un immediato impatto sulla configurazione, i compiti e la durata del prossimo Consiglio. Se la riforma passa, infatti, il Consiglio verrà a breve sostituito dal nuovo organo che potremmo chiamare “Consiglio nazionale dell’ebraismo italiano”.
Vi è infatti ampio sostegno per la proposta di rimpiazzare l’attuale Congresso, eletto ogni quattro anni per nominare il Consiglio dell’Unione, con un Consiglio allargato che resti in carica per tutto il periodo. Sarà formato da eletti degli iscritti e dai presidenti delle Comunità insieme ad una rappresentanza dei rabbini. Eleggerà Giunta e presidente con cui interagirà, riunendosi tre – quattro volte all’anno e attraverso commissioni di lavoro.
Si mira così a una maggiore vicinanza delle Comunità all’Unione e viceversa, specie nella prospettiva di meglio utilizzare il gettito dell’Otto per mille e dare servizi dal centro alle Comunità. Ci sono però problemi di messa a punto che non sono solamente tecnici: come avere un Consiglio che rifletta allo stesso tempo il peso rispettivo delle varie Comunità, il numero degli elettori, ma anche l’importanza della diffusione delle piccole Comunità sul territorio.
Un altro nodo importante è assicurare che il nuovo “Consiglio nazionale” lavori davvero, sostenga e controlli Giunta e presidente. Il Congresso dovrà poi eleggere il prossimo Consiglio, ancora con le vecchie regole, e dare direttive per il lavoro che lo aspetta. Qui penso che si debba proseguire l’opera dell’ultimo Consiglio uscente e del presidente Gattegna che hanno proiettato un’ottima immagine verso l’esterno, migliorato i servizi, portato l’Unione vicino alle Comunità e ai loro ebrei con molte iniziative, dal Moked a Pagine Ebraiche. Sarà importante sviluppare ancora di più iniziative che coinvolgano i nostri giovani e rafforzino l’identità ebraica, culturale, religiosa, la vicinanza ad Israele.
Persone chiamate democraticamente a guidare l’ebraismo italiano nei prossimi anni e a rappresentarlo verso l’esterno che mantengano alta la nostra storia di alto profilo culturale e di responsabilità politica. Come milanese, ho fiducia che Milano saprà esprimere nel prossimo Consiglio membri competenti e impegnati come già nel passato.

Giorgio Sacerdoti, presidente Fondazione Cdec, Pagine Ebraiche, dicembre 2010