Guido Lopez (1924-2010)

Pur nei giorni d’intenso lavoro del Congresso dell’Unione sarebbe triste dover constatare che questo portale si dimenticasse di rendere omaggio alla figura di Guido Lopez, che ci ha lasciato lunedì scorso, lasciandoci tutti più soli. Era nato a Milano il 2 gennaio 1924. All’ebraismo italiano ha dedicato non poche energie, come ognuno potrà constatare scorrendo gli indici della “Rassegna mensile di Israel” ora disponibili. Alla sua città aveva dedicato il suo libro più famoso “Milano in mano”, più volte ristampato e accresciuto. Il suo animo di scrittore lo portava spesso verso la Toscana, l’adorata Bolgheri, nel ricordo di suo Papà, il grande Sabatino Lopez, cui nella vecchiaia Guido venne ad assomigliare in modo sorprendente (“figlio di padre noto”, amava dire di sé). Scrivendo di Saba e di Svevo in un libretto delizioso che s’intitola “I verdi, i viola e gli arancione” (Mondadori, 1971), Guido ha fatto giustizia di molti stererotipi sulla ebraicità degli scrittori giuliani. Sull’ebraismo di Saba vi sono in quel libro pagine molto illuminanti. Sempre in quel libro vi sono raccontati i primordi della casa editrice Mondadori, dove a lungo Guido sarà a capo dell’Ufficio Stampa: vivo era il ricordo dello sfollamento ad Arona della famiglia di Guido e della casa editrice, mentre a pochi metri in linea d’aria si consumava l’eccidio di Meina. Fu amico e interlocutore privilegiato di Primo Levi. A Guido è indirizzato l’epigramma dello scrittore torinese più citato senza fare riferimento al destinatario: “Difficile essere ebrei, ma anche divertente”.

Alberto Cavaglion