…hatzèr

La riflessione di Gadi Luzzatto Voghera e di David Bidussa sul significato della parola hatzèr ci invita a riflettere sullo stretto nesso esistente nella nostra storia tra l’interno e l’esterno, un nesso inscindibile per tutti gli ebrei della diaspora ma ancor più per gli ebrei italiani. Un rapporto stretto tra vita ebraica, studio della Torah e curiosità verso il mondo, che non è solo del periodo successivo alla liberazione, ma che accompagna tutta la nostra storia, in misura maggiore o minore a seconda dei tempi e delle circostanze. Per questo i due momenti non sono contrapponibili, e la nostra storia è storia di un mondo aperto e in continuo rapporto con l’esterno. Un rapporto che ha sempre implicato ascolto, riadattamento e suggestione sull’altro. Insomma, come dice Bidussa, creatività. Chi vorrebbe rialzare intorno alla vita degli ebrei le pareti di un ghetto immateriale non capisce che il ghetto protettivo e difensivo che si immagina non è mai esistito. Per fortuna della sopravvivenza dell’ebraismo, perché a salvare l’identità degli ebrei nel ghetto non è stato certo l’isolamento, ma semmai la possibilità, comunque, di continuare ad avere scambi e rapporti col mondo esterno.