Centoventi congressi?
Per la prima volta da molti anni non ho potuto partecipare al congresso UCEI. Dopo quelli precedenti ogni volta che tornavo a casa e cercavo di scrivere un resoconto mi accorgevo di quanto fosse difficile far capire a chi non era stato presente cosa fosse successo. Questa volta ero io a cercare di capire, e non è stato facile: per tentare di venirne a capo ho trascorso una domenica a inseguire delegati su per una torre antica, tra le sale di un museo, su e giù per una funicolare, rubando il cellulare di uno per parlare con un altro, inseguendoli dentro i ristoranti; senza contare le mail e le newsletter, frequenti ma talvolta criptiche, che ho cercato di interpretare. Alla fine ho raccolto un po’ di resoconti: c’è chi parla di risse e giochi di corridoio, chi di concordia, clima sereno e grandi novità; chi è soddisfatto e chi è deluso, con molte sfumature intermedie. Se due ebrei hanno tre opinioni, a quanti congressi hanno partecipato ottanta delegati?
Anna Segre, insegnante