Spinoza sul potere politico
È ottimo – per Baruch Spinoza – quel governo «sotto il quale gli uomini trascorrono la vita in concordia e le cui leggi restano inviolate». Se uno Stato è continuamente in bilico, dilaniato dai conflitti, minacciato dall’alto numero di delitti commessi, la causa non sta nella «malizia dei sudditi»; la colpa è piuttosto dello Stato che non ha creato un clima di pace. Perché la pace «non è la privazione della guerra, ma una virtù che nasce dalla forza dell’animo». Il potere politico garantisce se stesso promuovendo la vita serena dei cittadini.
Altrimenti è un potere che non ha più sovranità. Ed è dunque il potere imposto per diritto di guerra o quello del «tiranno» che, sentendosi esposto a insidie quotidiane, nutre per il popolo sentimenti di diffidenza più che di affezione. D’altronde – ammonisce Spinoza indicando l’esempio della storia italiana – un popolo libero non si affida «ad un solo individuo» che necessariamente baderà solo a se stesso e sarà «costretto a congiurare contro la moltitudine più che provvedere ad essa». Tutt’altra cosa è la democrazia.
Donatella Di Cesare, filosofa