Qui Milano – Alberto Foà: “Nuova gestione finanziaria”
A maggio del 2010 la nuova giunta della Comunità Ebraica di Milano si è messa al lavoro. Tanti i problemi da affrontare, ma soprattutto uno: il risanamento del bilancio, con un debito molto alto e letteralmente esploso tra il 2008 e il 2009. Il consigliere chiamato a occuparsene è stato Alberto Foà (nell’immagine a fianco), nominato assessore alle finanze e vice presidente. In questi sei mesi Foà e la giunta hanno portato avanti un lavoro intenso che ha consentito loro di presentare al Consiglio una proiezione del bilancio consuntivo 2010 con un disavanzo quasi dimezzato rispetto a quello del 2009, e un bilancio preventivo per il 2011 in cui il disavanzo si riduce ulteriormente. Questi risultati sono stati ottenuti grazie alla riscossione di crediti arretrati, e a una gestione più razionale, che si concretizzerà a partire dal 2011 anche in una semplificazione delle quote di iscrizione che i membri della Comunità sono tenuti a versare. Tuttavia il lavoro dell’assessorato alle finanze, se pure efficace dal punto di vista finanziario, ha suscitato malcontento in molti iscritti. Un malcontento scatenato in particolare da alcune prese di posizioni forti, l’ultima delle quali, la scelta di affidare la riscossione coattiva dei tributi arretrati alla società Esatri.
Assessore, nell’ultimo Consiglio è stato approvato un nuovo sistema di quote d’iscrizione alla Comunità. Come funzionerà?
È molto semplice. Fino a questo momento non c’erano delle quote ben definite e applicate a tutti in modo omogeneo. Molti contribuenti pagavano cifre simili, ma non identiche. Dal 2011 esisteranno tre quote attribuite per fasce d’età: si pagheranno 55 euro dai 18 ai 24 anni di età, 150 euro dai 25 ai 29 e 300 euro dai 29 in su. I 660 contribuenti sui circa 5000 totali che oggi pagano più di 500 euro verranno divisi per scaglioni progressivi, 750 euro, 1000 euro, 1500 e così via. Infine, qualora in una famiglia uno dei coniugi fosse privo di reddito, la sua quota verrà ridotta a 150 euro. Lo scopo è quello di semplificare il sistema, pur mantenendo un aggancio alla capacità contributiva.
Molti iscritti alla Comunità però, pur riconoscendo i risultati che avete ottenuto dal punto di vista del risanamento, si lamentano per come lo avete fatto, con modi bruschi e misure forti. Come risponde a queste critiche?
Quando abbiamo iniziato a lavorare, abbiamo trovato una situazione di deficit spaventoso. Solo la metà degli iscritti era in regola con i contributi, e la stessa situazione si aveva per le rette scolastiche. Io penso che sia etico e coerente con i principi ebraici che ognuno si assuma le proprie responsabilità per mantenere in vita la Comunità. Il peso di tutti i mancati contributi ricadeva completamente su coloro che invece pagavano. Secondo la mia visione delle cose questa è una grande mancanza di rispetto. E poi c’è un’altra cosa da dire. La Comunità non può venire sempre dopo le vacanze, le cene fuori, l’ultimo modello di cellulare. L’esistenza e la vitalità della Comunità Ebraica di Milano dovrebbero essere una priorità per tutti gli iscritti.
Un’obiezione che molti sollevano è che, a fronte dei contributi versati, la Comunità di Milano offra poco o nulla, considerando che la maggior parte dei suoi servizi, come la scuola o la casa di riposo, sono comunque a pagamento.
Questo assunto non corrisponde alla situazione reale. In primo luogo è vero che la scuola o la casa di riposo sono a pagamento, ma lo sono solo per chi può permetterselo. Gli altri usufruiscono di sussidi. E se anche tutti gli allievi della scuola pagassero la retta piena, la cifra incassata non basterebbe per coprire tutti i costi. Poi non è vero che la Comunità non offre altri servizi: ci sono il Tempio centrale e gli altri servizi religiosi, l’assistenza sociale, le iniziative culturali, tantissimi corsi… Il nostro modello di comunità ebraica è diverso da quello di altri gruppi che ci sono a Milano, che fanno affidamento su offerte e pressante richiesta di fondi. Dal nostro punto di vista è più giusto che tutti contribuiscano in maniera certa. Se poi la maggior parte degli iscritti decidesse che non vale la pena di pagare perché l’esistenza della Comunità Ebraica di Milano per loro non rappresenta un valore, l’alternativa è quella di chiuderla.
A suscitare polemiche sono state soprattutto alcune decisioni giudicate da molti eccessive, come la minaccia di non accogliere in classe gli alunni non in regola con i pagamenti delle tasse scolastiche. Era davvero necessario ricorrere a un’idea del genere?
Ci tengo a sottolineare che noi ci siamo occupati di avvertire tutti. Abbiamo parlato con i genitori e laddove ci sono state presentate delle difficoltà, abbiamo concordato delle riduzioni o delle rateizzazioni. Dopodiché, nel momento in cui alcune famiglie non hanno rispettato gli impegni presi, allora la responsabilità nei confronti dei ragazzi non è più nostra, ma degli stessi genitori che li mettono in una situazione simile. Si tratta di rispetto nei confronti degli altri. Altrimenti ancora una volta a rimetterci è chi mantiene gli impegni.
E per quanto riguarda l’aver affidato la riscossione coattiva dei contributi comunitari arretrati all’Esatri?
Questo sistema viene utilizzato anche dalla Comunità Ebraica di Roma. Noi abbiamo avvertito tutti sia attraverso gli organi di informazione comunitaria, sia mediante telefonate. Tutti hanno avuto la possibilità di concordare un piano di rientro che tenesse conto di tutte le possibili difficoltà. Se non si usufruisce di questa possibilità, oppure non si mantengono gli impegni presi, non ci si può lamentare. E vorrei ricordare che tra gli iscritti non in regola con i contributi figuravano anche esponenti di spicco della Comunità, fornitori, persone impegnate nella politica comunitaria. In questi giorni partono le cartelle esattoriali relative agli arretrati del 2005. Nei prossimi tre mesi partiranno le altre. Ancora una volta invito tutti coloro che non si fossero occupati di mettere in regola la propria situazione a contattarci.
Dopo sei mesi di lavoro, quali sono le prospettive per il futuro della Comunità dal suo punto di vista di assessore alle finanze?
In questo primo periodo abbiamo avuto un grosso impatto sul bilancio, ma dopo esserci preoccupati soprattutto di risanamento, per il 2011 abbiamo previsto delle misure di rilancio molto importanti: per esempio dal prossimo settembre, gli iscritti alla Comunità potranno mandare i propri figli all’asilo nido e alla scuola materna gratuitamente. La scuola è sicuramente uno dei pilastri della nostra Comunità e per questo lavoreremo per incrementare quello che offre. Poi continueremo a impegnarci per riavvicinare gli iscritti, proseguendo sulla strada della trasparenza nella comunicazione e delle iniziative sul piano culturale, per una Comunità sempre più dinamica e aperta.
Rossella Tercatin