Pacifici: “Ora servono fatti concreti, basta neofascisti negli enti pubblici”
Pacifici, che cosa ha provato leggendo quelle frasi sugli studenti “pacifici, praticamente giudei”?
«Sono battute apparentemente scherzose» risponde il presidente della Comunità ebraica romana «che in realtà celano un profondo sentimento di insofferenza nei confronti degli ebrei, ma per fortuna ora ci sono reazioni forti».
La città si è sollevata.
«Ringrazio i consiglieri comunali dell’apposizione che hanno stigmatizzato il comportamento di Bianco e di quanti chattavano con lui. E anche il sindaco, che ha annunciato di voler avviare un’indagine in termini disciplinari. Spero che si passi ad azioni concrete».
Fu lo stesso Alemanno però a difendere le assunzioni per chiamata diretta degli ex dei Nare di Terza Posizione, Bianco e Andrini.
«Da presidente della Comunità quando si venne a sapere la vicenda di Bianco e Andrini ho espresso tutta la mia preoccupazione. Il cittadino Pacifici guarda con interesse la decisione di fare concorsi dal prossimo anno. Ma il problema è anche un altro».
Quale?
«Come possono reagire i figli e le vedove delle vittime degli attentati terroristici di destra e di sinistra vedendo ex terroristi impiegati nella pubblica amministrazione o, è già successo, eletti in parlamento?».
Come si risponde?
«È evidente che dal punto di vista ebraico ciò che riguarda neofascisti e neonazisti ci colpisce di più. Sarebbe utile una legge che chiarisca questo aspetto».
Che cosa dovrebbe dire questa legge?
«Secondo la tradizione ebraica ad ogni uomo è permesso tornare sui propri passi, una volta scontata la pena. Ma la Teshuvà, il pentimento, è un percorso che deve dimostrare il cambiamento, dopo aver pubblicamente chiesto scusa. Sarebbe interessante capire se questi signori abbiano cambiato registro».
p.b., La Repubblica, 28 dicembre 2010