2010, un anno di sport

Un anno di sport, un anno in gara. Dai nuovi e straordinari elementi sul coraggio di Gino Bartali a un amuleto ebraico che sembra portare molta fortuna al Napoli e al suo allenatore, dalla spirituale esultanza del bomber del’Hapoel Tel Aviv Itay Schechter alla proposta podistica del Maccabi Italia per sensibilizzare nuovamente l’opinione pubblica italiana sulla sorte di Gilad Shalit. Ecco cosa ci ha riservato il 2010 appena concluso.

Il Chievo vuole la kippah di Schechter

C’è un’immagine simbolo nel percorso di qualificazione alla fase finale di Champions League dell’Hapoel Tel Aviv ed è l’esultanza intensa e partecipata di Itay Schechter, uno dei principali protagonisti dell’impresa, che dopo aver segnato la rete decisiva contro il Salisburgo in agosto estrae dalla tasca sinistra una kippah (il tipico copricapo ebraico), la indossa, mormora una preghiera e si flette in avanti sulle ginocchia. Il gesto non passa inosservato: il direttore di gioco, interpretando in modo particolarmente severo il regolamento arbitrale, sanziona Schechter con un cartellino giallo che fa molto discutere. Ora, secondo voci di mercato, il Chievo vorrebbe il bomber con la kippah fra i suoi.

Nuovi elementi sul coraggio di Bartali

In prossimità del Capodanno emergono inediti e straordinari dettagli sull’eroismo di Gino Bartali, campione sui pedali e nella vita. Ginettaccio infatti non fu solo corriere di una rete clandestina che mise in salvo centinaia di ebrei durante il nazifascismo ma ospitò anche un’intera famiglia di perseguitati nella cantina di casa sua in via del Bandino a Firenze. L’inattesa testimonianza, che dà uno slancio decisivo all’iniziativa che sta portando a piantare un albero nel giardino dei Giusti dello Yad Vashem in onore del grande ciclista di Ponte a Ema, arriva dall’ebreo di origine fiumana Giorgio Goldenberg, raggiunto telefonicamente da Pagine Ebraiche grazie all’intermediazione dello storico Nardo Bonomi. “Se sono sopravvissuto – dice Goldenberg al giornale dell’ebraismo italiano – lo devo a Bartali e a suo cugino Armandino Sizzi”.

Il segreto del Napoli? Un amuleto ebraico

Finalmente svelato il segreto del Napoli plurivittorioso negli ultimi istanti di gioco (da ottobre a dicembre cinque partite vinte in pieno recupero). A rivelarlo è l’intermediario e talent scout israeliano Israel Maoz, che racconta di aver recentemente omaggiato l’allenatore dei partenopei, il livornese Walter Mazzarri, di un amuleto ebraico. Si tratta di una hamsa, mano portafortuna diffusa non solo tra gli ebrei ma anche tra i musulmani, che a quanto dice Maoz “funziona davvero”. Prima di ogni partita si consuma così un rito scaramantico ormai consolidato: Maoz telefona a Mazzarri per ricordargli di mettere la hamsa nella tasca della giacca, Mazzarri conferma e ringrazia per il regalo. E il Napoli continua a volare.

Hapoel Tel Aviv tra orgoglio e rimpianto

Finito in un girone di Champions League 2010-11 alquanto ostico, a confronto con alcune scuole calcistiche di grande blasone, l’Hapoel Tel Aviv non sfigura affatto sfiorando in extremis un clamoroso ripescaggio in Europa League come terza forza del girone. Cinque i punti ottenuti dagli israeliani che nel corso del torneo ottengono un pareggio con Schalke 04 e Lione (con i francesi che riacciuffano la partita in prossimità del triplice fischio finale) e una roboante vittoria interna ai danni del Benfica che viene asfaltato con un 3 a 0 inequivocabile.

Le false profezie di Skolni

Si accreditava come un grande studioso ma in realtà non ne ha azzeccata una. Il cabalista israeliano David Skolni andava profetizzando una facile vittoria della nazionale argentina al mondiale di calcio in Sudafrica basando le proprie teorie su alcuni complicati intrecci cabalistici che vedevano coinvolti due pilastri della seleccion, il funambolico Leo Messi e il roccioso capitano Walter Samuel. Morale della favola: l’Argentina è stata eliminata nei quarti di finale dalla Germania con un netto 4 a 0, Messi è rimasto a secco nel tabellino dei marcatori e Samuel ha seguito le prodezze (si fa per dire) dei suoi compagni seduto in panchina a fianco di Maradona.

Peer ai vertici della racchetta
Shahar Peer è ormai la tennista più forte di Israele, donna cardine di un movimento che inizia timidamente a farsi largo sullo scenario internazionale. A seguito delle ottime prestazioni che nell’arco del 2010 la portano più volte tra le primissime dei grandi tornei mondiali, in ottobre balza al tredicesimo posto del ranking WTA. Nonostante le restrizioni a cui è sottoposta in quanto cittadina israeliana, Peer ottiene il miglior risultato stagionale nel torneo di Dubai dove la sua corsa si arresta solamente in semifinale al cospetto dell’eterna regina Venus Williams.

L’eterno Halpert ancora sulla breccia

Jonathan Halpert detiene un record difficilmente battibile: da 39 anni ininterrotti allena i Maccabees della Yeshiva University, squadra che partecipa al campionato di basket universitario newyorkese. Come scrive il giornalista Maurizio Molinari, “ogni anno Halpert minaccia di andarsene ma il suo curriculum somma ormai 387 vittorie, 2 titoli di miglior allenatore e il record di 15 stagioni senza sconfitte”. Il tutto gestendo una squadra che non gioca né si allena il sabato, con un calendario diverso da tutte le altre e costantemente alle prese con giocatori che vanno a studiare per un anno in Israele. Conteso dalle sinagoghe della Grande Mela in occasione delle festività ebraiche (si legge sul Wall Street Journal che “c’è ancora chi non sa cos’è il basket ma tutti sanno chi è Halpert”), l’eterno Halpert continua a promettere di cambiare team a fine stagione. C’è da credergli?

Casspi nuova star della Nba

Quando nell’estate del 2009 entrava a far parte della grande famiglia Nba, il giovanissimo talento israeliano Omri Casspi si presentava al pubblico nordamericano con l’intenzione di lasciare il segno. Promessa mantenuta: nel 2010 Omri è diventato un punto di riferimento indispensabile nella manovra dei Sacramento Kings. Fondamentale anche l’apporto dato con la maglia della nazionale che in agosto guida a una complicata e avventurosa qualificazione ai Campionati Europei di Lituania del prossimo anno.

Una maratona per Shalit

Una maratona tra le strade di Roma per chiedere la liberazione di Gilad Shalit. È questa la proposta di giustizia e libertà formulata in autunno dal Maccabi Italia presieduto dal Consigliere UCEI Vittorio Pavoncello per sensibilizzare nuovamente l’opinione pubblica italiana sulla drammatica vicenda del caporale dell’esercito israeliano ostaggio dei terroristi di Hamas da oltre quattro anni e mezzo. Con questa iniziativa la Capitale darebbe ulteriore seguito all’impegno finora dimostrato al fianco della famiglia Shalit. Un impegno che è stato scandito da momenti molto intensi tra cui il conferimento della cittadinanza onoraria di Roma in occasione del terzo anniversario del suo rapimento e il più recente spegnimento delle luci del Colosseo su istanza di Ugei e Bene Berith giovani prontamente raccolta dal sindaco Alemanno.

Adam Smulevich