pubblicità progresso…
Sulle pareti esterne degli autobus di Gerusalemme è stato lanciata in questi giorni una campagna pubblicitaria – del tipo “pubblcità progresso”- con un grosso poster il cui titolo è una citazione dai Pirkè Avoth (2.2): “Ogni Torah che non si accompagna a un lavoro alla fine sarà nulla e trascina il peccato”. Sotto al titolo l’elenco di una serie di categorie, come nelle pagine gialle, di lavori svolti dai rabbini dei tempi passati e per ogni categoria dei nomi illustri. L’iniziativa si inserisce nella polemica molto viva in Israele sul mantenimento agli studi religiosi da parte dello Stato di alcune fasce di popolazione che, a parte gli studi non esercitano attività lavorative, e non hanno intenzione di farlo per molti anni, se non per l’intera vita, neppure dedicandosi a lavori di tipo rabbinico come l’insegnamento. Un fenomeno che un tempo era limitato a gruppi molto ristretti, che selezionavano i più dotati intellettualmente, ma che oggi si allarga, è difficile da controllare, e crea ulteriori divisioni e incomprensioni nella società israeliana. L’antico modello di rabbino impegnato in una qualsiasi professione è entrato in crisi da secoli, ma qua non si tratta nemmeno di rabbini che comunque esercitano la loro attività, ma di semplici studiosi, o meglio studenti. E’ importante che si discuta alla luce delle fonti tradizionali questo problema e che se ne denuncino le storture. Ma quello che suscita perplessità è che la campagna pubblicitaria sia stata firmata dal movimento Masorti, vale a dire dai Conservative, come se per il mondo ortodosso questo fenomeno debba essere accettato senza riserve.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma