Aharon Cohen z.l.
Si apprende che è mancato in Israele il Professor Aharon Cohen, un amico di lunga data dell’ebraismo italiano, primo shaliach (inviato) del movimento giovanile ebraico Benè Akiva in Italia. Uomo di grande cultura religiosa e “laica”, ha avuto importanti ruoli nel mondo ebraico israeliano ed internazionale: importante è stato il suo lavoro di educatore nel sistema scolastico israeliano e fondamentale il suo apporto all’emigrazione verso Israele degli ebrei “Falasha” dall’Etiopia.
Strettissimi sono stati i suoi contatti con le Comunità ebraiche italiane, Livorno compresa. Alla signora Matilda e a tutti i parenti e amici le più sincere e partecipate condoglianze.
Min haShammaim tenuhamu.
Gadi Polacco, Livorno
Aharon era arrivato in Italia alla fine degli anni 50, come il primo shaliach del Benè Akiva, dopo essersi incontrato nel Kibbuz datì di Sde Elihau con due chaluzim ideologhi italkim, Giorgio Piperno e Paolo Bassi, di benedetta memoria che gli avevano spiegato cosa fosse l’ebraismo italiano e quali le sue peculiarità. La sua venuta portò nei nostri ambienti borghesi, una ventata fresca dalla gioventù israeliana, una mano stesa da parte di fratelli sconosciuti (iad achim lachem sheluchà…) di cui volevamo venire a far parte. Il compito di Aharon era tutt’altro che semplice: bisognava riuscire a superare i dubbi che avevano molti dirigenti di comunità: timore del settarismo, di troppa religiosità, di troppo sionismo. Erano i tempi dei grandi dibattiti su chi era sionista e la posizione di Ben Gurion: sionista è chi si prepara a fare l’alià in Erez Israel, sarebbe poi divenuta la posizione accettata dai movimenti giovanili. Con enorme pazienza Aharon si incontrò con i dirigenti delle Comunità e facilitò senz’altro l’autorevole appoggio proveniente da Roma e dal suo rabbino capo, Elio Toaff ma anche la mia “rossa” Bologna dette infine il suo consenso. Erano i primi frutti della maggior facilità di comunicazione: Erez Israel incominciava a sembrarci più vicina; improvvisamente ci si trovò a dover assumere delle responsabilità che avevamo pensato fossero di altri: la peulà era nostra e bene o male doveva essere fatta; incominciammo a diffondere il pensiero del rav Kook, a vedere la possibilità della nostra alià non più come un bel sogno, ma come una cosa realizzabile praticamente ed Aharon seppe conquistare la nostra fiducia e lo vedemmo
come un chaver amico e guida; la sua attività fu didattica ed organizzativa svolta con grande entusiasmo, quell’entusiasmo che non ha mai abbandonato Aharon; il matrimonio con Matilde Sarano non fece che rafforzare un vincolo con l’Italia che è stato significativo e duraturo. Con che occhi brillanti di gioia ci parlava della sua attività di RE in Italia: gli dicevo che la cosa contrastava la Costituzione repubblicana… ma lui mi rispondeva: “anche il rav Toaff conosce la Costituzione ed è lui che mia ha chiamato RE, cioè Rabbino Estivo”, raccontandomi poi della sua nuova esperienza in questo campo.
Nell’Italia degli allievi di rav Margulies, Carlo Alberto Viterbo e rav Dario Disegni trovò anche personalità che seppero apprezzare la sua intensa attività a favore del rinforzamento ebraico e della alià degli ebrei di Etiopia (i cosiddetti “Falascià”).
Dove c’era Aharon c’erano i giovani ed ai giovani ha dedicato le sue doti di docente e dirigente nelle scuole di Kfar Batia, Efrata e soprattutto nel liceo per ragazze Amalia, a Jerushalaim: fu una attività riconosciuta da tutti, la sua scuola Amalia era fra le più ricercate ed anche qui Aharon non dimenticò i suoi legami con gli Italkim e molte figlie godettero di una conoscenza “famigliare” con Aharon, il Direttore della scuola.
Nel 2008 ci siamo incontrati con Aharon per festeggiare assieme a Jerushalaim i cinquant’anni del Bené Akiva italiano; la numerosa presenza di ex-Benè Akiva italiani, con vari famigliari, era il miglior modo per sottolineare il successo dell’attività educativa di Aharon e per esprimergli la nostra gratitudine, ed è con questo spirito che ci siamo commiatati da lui al suo funerale, a Jerushalaim, il 2 Shevat 5771, con un pubblico formato in gran parte da educatori ed italkim.
Alla cara famiglia la nostra partecipazione al loro dolore. Sia il suo ricordo in benedizione.
Alfredo Mordechai Rabello, Gerusalemme