Debbie Friedman (1952-2011)

Nel corso della sua lunga carriera, iniziata all’alba degli anni Settanta al fianco di alcuni grandi nomi del folk americano tra cui John Baez, è stata protagonista assoluta di un nuovo genere di musica ebraica, resa accessibile al grande pubblico grazie alla traslazione di preghiere, insegnamenti e testi sacri all’ebraismo in melodie orecchiabili e moderne.
Ora la voce della cantante e compositrice statunitense Debbie Friedman si è spenta per sempre in un ospedale della California meridionale.
Nata nel 1952 nello Stato di New York, Debbie ha vissuto parte della sua vita in Minnesota dove la famiglia si era trasferita nella seconda metà degli anni Cinquanta. Vastissima la sua attività musicale con oltre 20 album prodotti e centinaia di concerti sulle scene di tutto il mondo. Tutto questo nonostante un terribile compagno di viaggio, la sclerosi multipla, con cui ha dolorosamente imparato a convivere accettando i limiti imposti dalla malattia.
I suoi brani sono ancora oggi colonna sonora per tutto l’ebraismo statunitense e in particolare per una moltitudine di sinagoghe americane appartenenti alla corrente riformata e conservative. La sua composizione più nota, un commovente Mi Shebeirach (la preghiera ebraica della guarigione) è molto conosciuto anche in ambienti non ebraici, ulteriore riprova della valenza ecumenica del talento della Friedman, un talento che non conosceva ostacoli culturali e religiosi e che Debbie ha sempre utilizzato per indirizzare messaggi universali che andassero a toccare le corde più profonde dell’anima.
Il senso di quaranta anni di attività è raccolto in alcune recenti considerazioni rilasciate sulle pagine del sito ufficiale www.debbiefriedman.com
“Dall’inizio della mia carriera – spiega Friedman ai suoi fan – ho sempre cercato di aiutare gli altri a vedere nella preghiera un conforto spirituale sia nella buona che nella cattiva sorte. Mi piace pensare che la gente possa iniziare la propria giornata con il cuore spalancato al mondo”. Apprezzata dai critici musicali e grandi produttori, in vita Friedman ha ricevuto numerosi riconoscimenti.
L’influente settimanale Forward l’aveva recentemente inserita tra le 50 personalità ebraiche più influenti al mondo. Tra i brani di maggior successo, oltre al già citato Mi Shebeirach, figurano alcune melodie modulate in funzione delle differenti festività, come Not By Might, I am a Latke e Miriam’s Song. Nel 2004 la regista Ann Coppel realizza un film documentario sulla vita di Debbie Friedman intitolandolo non a caso A Journey of the Spirit.
La notizia della sua morte ha suscitato reazioni commosse, in particolare negli ambienti della comunità riformata statunitense.
“Debbie Friedman – ha dichiarato il presidente della Union for Reform Judaism Eric Yoffie – è stata un patrimonio per il nostro movimento e una personalità dal grande carisma. Venticinque anni fa gli ebrei nordamericani avevano dimenticato la capacità di cantare. Grazie a lei siamo riusciti a recuperare il gap.
Friedman ha avuto molta influenza nei movimenti giovanili e nelle sinagoghe. La recente rinascita culturale ebraica in America è in buona parte merito del suo entusiasmo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il New York Times che scrive: “Debbie Friedman ha creato un genere musicale potente e di grande impatto”.

Adam Smulevich