Indignazione e vigilanza sull’infamia delle liste nere

“Non sorprende la notizia riportata oggi dalla stampa nazionale dell’esistenza in un sito web neonazista americano di una lista di nomi di ebrei italiani. Un recente rapporto del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano ha rilevato l’aumento esponenziale, anno dopo anno, di pagine con contenuti antiebraici su siti internet o scambiati attraverso internet”. Lo ha dichiarato il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna riferendosi alle blacklist che riportano anche nomi di ebrei italiani apparse su un sito di una rete internazionale di estremisti di destra.
“Si tratta di un fenomeno – ha aggiunto il Presidente UCEI – al quale occorre prestare grande attenzione. Non è un caso che tra le manifestazioni organizzate in occasione del Giorno della Memoria quest’anno ci sia anche una tavola rotonda, promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sul tema del pregiudizio antiebraico nell’epoca di internet. Infatti non sono nuovi i messaggi e i contenuti carichi di pregiudizio; è nuovo lo strumento utilizzato per diffonderli.
Purtroppo in molti casi tali siti internet non sono immediatamente perseguibili, perché allocati su server che risiedono in Stati esteri, anche se i testi antisemiti sono scritti da mani italiane, in italiano e pensati per un’utenza italiana. Occorre quindi studiare iniziative nuove, come la proposta di legge che vuole estendere i confini della perseguibilità dei siti con contenuti antisemiti e razzisti, con la possibilità di intervenire anche su quelli allocati su server stranieri. Si tratterebbe della naturale estensione della Legge Mancino del 1993, che prevede la punibilità per i reati di apologia del fascismo e di incitazione alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici o religiosi”.
Dure le razioni del mondo della politica alla blacklist, la lista contenente decine di nomi e cognomi di imprenditori, artisti e giornalisti, citati in virtù delle loro origini ebraiche e pubblicati sulle pagine italiane del forum neonazista americano Stormfront, fondato nel 1995 da Don Black, ex leader del Ku Klux Klan.
Il deputato di Futuro e Libertà Alessandro Ruben ha presentato alla Camera un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, affinché il governo riferisca in Parlamento sullo stato delle indagini e si attivi per una ricognizione dei gruppi e movimenti esplicitamente antisemiti, operanti in Italia anche solo attraverso il web.
“Le agghiaccianti vicende dell’Arizona – osserva Ruben – mostrano come la tenuta della democrazia e della libertà passi anche attraverso una costante vigilanza contro ogni forma di intolleranza e discriminazione razziale, tanto più se questo prende la forma di sedicenti gruppi politici inneggianti al nazismo e all’antisemitismo. Nonostante l’impegno quotidiano delle Forze dell’Ordine a contrastare questo tipo di fenomeni, la notizia diffusa dal quotidiano La Repubblica ci impone di invitare il governo a non sottovalutare la questione”.
“Ci troviamo di fronte ad uno scenario nuovo. Per questo l’Italia si faccia promotrice nella Ue di una regolamentazione del web per poter intervenire in altri paesi”. Propone il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici “Bisogna quindi intervenire – ha detto ancora Pacifici – e una regolamentazione va trovata, pur lasciando tutti i meccanismi di libertà di rete. E’ un problema che riguarda non solo i razzismo ma anche ad esempio la pedofilia”. Pacifici ha poi messo in luce un altro aspetto: “Quando un’organizzazione criminale pubblica un elenco inquietante come quello di cui si parla, con ebrei o presenti tali, tutti diventano dei possibili target. E la lista è stata pubblicata in un paese come gli Usa dove qualche giorno fa un pazzo ha sparato sulla folla a Gabrielle Giffords, che tra l’altro è ebrea…. Un ragazzo che sappiamo essere cresciuto su internet e sulle notizie incredibili e distorte apprese sul web”.
Riferendosi al sito, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha dichiarato: “Mi auguro che al più presto le autorità provvedano a oscurarlo e che i responsabili di affermazioni criminali vengano individuati e perseguiti penalmente. Allo stesso tempo non posso non esprimere di cuore la mia vicinanza e la mia solidarietà alla comunità ebraica e a tutte le persone prese di mira da questo rigurgito di ignoranza e di razzismo”.
“E’ infame pubblicare su internet la lista di ebrei di cui apprendiamo oggi. E’ un metodo tristemente conosciuto nella storia nel periodo del nazifascismo” dichiara il senatore Carlo Vizzini, presidente della Commissione Affari Costituzionali, mentre l’onorevole Gasbarra chiede “al governo italiano di intervenire con urgenza presso l’Unione Europea per mettere in campo ogni strumento legislativo che ponga fine, una volta per tutte, alla possibilità di poter usare la Rete come strumento di violenza e persecuzione. Di fronte a queste terribili iniziative – conclude Gasbarra – è necessaria un’azione forte della politica, delle istituzioni, della cultura soprattutto verso i più giovani, perché il virus dell’intolleranza va combattuto senza divisioni e reticenze”.
Sulla stessa linea Walter Veltroni, deputato PD che nell’aula della Camera ha chiesto “Vengano perseguiti secondo quanto prevede la legge gli italiani che hanno collaborato alla stesura delle liste antisemite contenute nel sito Internet pubblicato da esponenti del Ku Klux Klan”.
Anche il mondo della carta stampata interviene attraverso le parole del giornalista Gad Lerner che coglie “l’occasione di notare che a volte anche gli imbecilli servono”. Secondo Lerner, l’utilità di questa operazione antisemita sta nel fatto che “a me ricorda come il privilegio mi vincoli al dovere della memoria, a noi ricorda come 70 anni fa in questo paese uno come me non poteva lavorare in tv. Lungi dal fare la vittima sottolinea Lerner il ricordarlo aiuta”.
E dalla sede del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Michele Sarfatti nota: “Occorre, senza ledere i diritti, stringere le maglie del controllo su internet”.
Il CDEC appena un mese fa aveva denunciato l’incremento dell’antisemitismo on-line -attraverso i dati di una ricerca che si basava su dati elaborati dall’Ispo di Renato Mannheimer, uno dei nomi citati era proprio Stormfront. Dal 2007 al 2010 i siti italiani con “significativi contenuti antiebraici” sono quasi raddoppiati rispetto ai 4 anni precedenti.