Voci a confronto

La rassegna è oggi dominata dal tema della giornata della memoria. Fra i molti articoli da leggere certamente l’intervento di Elie Wiesel pubblicato da Avvenire, messo a confronto con pensiero del teologo cattolico Metz, sempre su Avvenire. Importante anche la recensione di Frediano Sessi sul Corriere alla raccolta di diari di ebrei durante la Shoà pubblicati da Einaudi sotto il titolo “Gli ebrei sotto la persecuzione”, a cura di Avigliano e Palmieri (un brano se ne può leggere sul Mattino), e sempre sul Corriere, quella a un libro di disegni di un bambino deportato, Thomas Geve, di cui scrive anche Gaetano Vallini sull’Osservatore romano. Interessante, a questo proposito, la rflessione di Silvia Vegetti Finzi, sempre sul Corriere, sul trauma infantile della Shoà. Degne di nota anche le reazioni allo spettacolo di Marco Paolini sulla distruzione nazista dei “disabili mentali”: ne scrivono Marina Valensise sul Foglio, Tanzarella su Repubblica e Francesco Specchia su Libero.
E’ importante il commento di Giorgio Israel sul Giornale: “Si commemora la Shoà, ma non si vuole vedere cosa minaccia oggi Israele – Giusto ricordare cosa accadde nei Lager, ma è più importante denunciare l’antisemitismo e l’antisionismo crescenti.”
Il ministro Alfano ha annunciato l’intenzione del governo di stabilire il reato di negazionismo (Lemme sul Mattino, Francesca Paci sulla Stampa, notizia sul Sole )
Non manca ancora il ricordo di Tullia Zevi, per esempio con la cronaca dei funerali (Nunberg sul Messaggero, notizia su L’avvenire, Libero e sul Corriere) e con altri articoli (Cinzia Leone sul Riformista, Aldo Chiarle sull’Avanti, Gianna Pontecorboli sul Secolo XIX).

Per quanto riguarda il Medio Oriente, si discute molto delle minute delle riunioni israeliano-palestinesi pubblicate da Al Jazeera (il che è di per sé una cattiva notizia per la pace, così una nota del Financial Times). L’AP le dichiara false e attribuisce all’emittente del golfo scopi politici (così Camille Eid su Avvenire e Battistini sul Corriere, Fabio Scuto su Repubblica, notizia della redazione del Foglio). Il punto fondamentale e difficilmente contrastabile, come nota Ethan Bronner sullo Herald Tribune, è il contrasto fra posizioni pubbliche e trattative private che i “Palestine papers” esibiscono. E alla fine chi riceve vantaggio è Hamas (Caracciolo su Repubblica, Roberta Zunini sul Fatto, Tramballi sul Sole), con cui Al Jazeera ha un rapporto ormai tradizionale di fiancheggiamento. E infatti, anche i reggicoida italiani del gruppo terrorista palestinese, come Marretta su Liberazione e Giorgio sul Manifesto “accusano” la leadership dell’AP di aver “ceduto” a Israele. Un aposizione analoga, che accusa Olmert di “incontentabilità” e spiega che l’AP avrebbe “ceduto interi quartieri per la pace” è quella del Messaggero, scritta da Ilaria De Bonis.
Da notare che D’Alema ha scelto proprio la giornata della memoria per rendere pubblico un appello alla Unione Europea per chiederle di “riconoscere lo stato palestinese con annessi e connessi (insieme all’ eurodeputato tedesco Pottering, sul Messaggero)
Nel frattempo la crisi libanese si avvia a una soluzione molto pericolosa. Il prossimo candidato primo ministro rischia di essere quello di Hizbullah, Najib Mikati (Fleding Smith e Khalaf sul Financial Times; notizia della redazione del Foglio. Hariri ne parla come di un “colpo di stato di Hezbulla” (notizia su Repubblica)

Ugo Volli