Memoria – Lo Stato italiano e le leggi razziste

Le leggi razziste in Italia, storie di famiglie, immagini di documenti originali, foto di famiglia, estratti di articoli di leggi, è quanto riproduce l’interessante mostra curata dal piemontese Franco Debenedetti Teglio, dal titolo “ 17 novembre 1938 -Lo Stato italiano emana le leggi razziali” che giunge oggi a Roma, alla Biblioteca nazionale centrale, dove è stata inaugurata dal presidente della Comunità Ebraica della Capitale, Riccardo Pacifici, dal professor Marcello Pezzetti, dallo scrittore Mario Avagliano il cui volume “ Gli Ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938 – 1945” edito da Einaudi,è stato presentato ieri sera al palazzo della Cultura.
Il curatore della mostra, all’epoca della persecuzione razzista è un bimbo che vive insieme alla sua famiglia il dramma di dover scappare di luogo in luogo, alle prime avvisaglie di pericolo di essere riconosciuti come appartenenti alla “razza ebraica”, ma è solo in età matura che questo drammatico passato torna prepotentemente nella vita di Debenedetti che inizia a scrivere racconti, ad interessarsi alle vicende della Shoah e ad andare a parlare nelle scuole ai ragazzi per spiegare il dramma delle leggi razziste.
Signor Debenedetti come è nata la mostra che presenta oggi a Roma?
Non sono uno storico ed ho un passato da perito meccanico, le biblioteche civiche torinesi conoscevano la mia storia, sapevano che mi interessavo di queste cose e nel settembre 2008 mi chiesero di realizzare una piccolissima mostra sulle leggi razziste. Il tempo che avevo a disposizione era pochissimo ed i fondi per realizzarla inesistenti, ma mi sono subito messo al lavoro, inviando centinaia di mail in tutta Italia per reperire il materiale.
Da novembre 2008 a febbraio 2009, la mostra è stata esposta con buon successo di visitatori alla Biblioteca civica centrale di Torino per poi trasformarsi in mostra itinerante Carmagnola, Casale Monferrato, Buttiglieri, dove viene ospitata nelle scuole e in altri enti, quattrocento giorni di esposizione.
Di che cosa si compone la mostra?
La mostra si compone di diciotto pannelli, (inizialmente erano quattordici). Storie inedite o poco conosciute di alcune famiglie ebraiche fra cui Cingoli, Vitale, Pacifici, Weisz, Debenedetti, tagliacozzo, per dirne alcune, costituiscono la struttura portante di questa mostra che si concentra nel periodo storico che va dal 1938 al 1945.. A fianco alle storie vi sono immagini di documenti originali dell’epoca, foto di famiglia, estratti di articoli di legge che hanno determinato il singolo accadimento. Vi è poi un pannello in cui ho riprodotto una sintesi di tutte le leggi razziste promulgate durante gli anni della persecuzione e poi vi è una serie di pannelli letterari sul tema della paura con contributi di Primo Levi, Amos Oz ed altri scrittori ed infine alcuni pannelli storici, per mostrare i provvedimenti di Mussolini.
Quale è l’intento di questa mostra?
Si parla tanto di Shoah ma quello delle leggi razziste è un capitolo della nostra storia scarsamente conosciuto, in particolare dai giovani. L’intento è quello di sollecitare la riflessione sugli effetti devastanti che ebbero sulla maggioranza delle famiglie ebraiche italiane le leggi razziste. Esse furono promulgate dal regime fascista nel 1938 su iniziativa autonoma “tutta italiana”. Gli ebrei che erano pienamente integrati nel tessuto sociale, economico e culturale della loro patria, l’Italia, e che avevano partecipato attivamente e con grandi meriti a tutte le vicende della nostra recente storia, dal risorgimento alla prima guerra mondiale, si sono ritrovati a un tratto privati dei diritti civili, del diritto al lavoro e successivamente del diritto alla vita, grazie a leggi e normative emanate dallo stato di cui facevano parte. Gettare un fascio di luce su questi drammatici eventi mi sembra doveroso.

Lucilla Efrati