Qui Alessandria – La forza di pochi riapre il tempietto

Alessandria e gli ebrei. Un binomio che dura da oltre cinquecento anni; un legame che la Shoah e le persecuzioni hanno quasi completamente spezzato via. La forza di pochi, Peppino Vitale su tutti, ha permesso alla piccola realtà alessandrina di non rimanere relegata nella storia. Ieri, con l’inaugurazione del restauro del Tempio Piccolo di via Milano, si è avuta una prova di questa vitalità, esigua nei numeri ma mai sopita.
Decine le persone presenti all’evento fra cui Tullio Levi, presidente della Comunità di Torino ( di cui la Comunità ebraica alessandrina è una sezione), il vicepresidente UCEI Claudia De Benedetti, il rabbino capo di Torino Eliahu Birnbaum, il rabbino capo di Genova Giuseppe Momigliano e il sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio. Un occasione per ricordare il secolare legame tra la città e l’ebraismo ma anche, alla vigilia del Giorno della Memoria, per ricordare le vittime della Shoah con una commemorazione dedicata ai deportati della città. “26 ebrei di Alessandria furono deportati e uccisi nei campi di sterminio durante la Shoah – ricorda il presidente Tullio Levi – Una tragedia che ha colpito in modo irrimediabile questa, come tante altre piccole comunità di questo nostro Piemonte, rappresentando per molte l’anticamera dell’estinzione. Oggi – ha continuato Levi – gli ebrei di Alessandria si contano sulle dita di una mano, ma hanno rappresentato per secoli una realtà di primissimo piano non solo nella vita di questa città ma per l’intero ebraismo piemontese e italiano”.
Fra coloro che non si rassegnarono, nonostante la guerra, nonostante la Shoah, è stato ricordato Peppino Vitale z.l., a lungo presidente e figura emblematica della Comunità alessandrina. Vitale lottò caparbiamente perché il Beth HaKnesset continuasse ad avere ogni Shabbat minian. Accolse decine di ragazzi di altre Comunità, portandoli a sue spese ad Alessandria. E fra quei giovani c’era anche rav Giuseppe Momigliano, che ha voluto ricordare la grande determinazione e umanità di Vitale. Il suo profondo impegno ricade ora suoi pochi ebrei alessandrini, aiutati nel portare avanti la propria tradizione dalla Comunità ebraica di Torino di cui diventò negli anni Ottanta una sezione. “Posso garantire – ha sottolineato il presidente Levi – che abbiamo svolto questo compito con grande serietà, potendo sempre contare sulla preziosa collaborazione degli ebrei alessandrini, Silvio Norzi e Paola Vitale innanzitutto”.
Il restauro della sinagoga piccola rientra in un più ampio progetto, iniziato diversi anni fa, per portare allo splendore di un tempo l’edificio di via Milano, epicentro della secolare realtà ebraica cittadina. Finanziamenti statali e di diversi enti (Compagnia di San Paolo su tutte ma anche Regione Piemonte, Fondazione CRT e Città di Alessandria) hanno permesso di arrivare al quasi totale completamento del restauro dell’edificio.
Sull’importanza e il valore simbolico del complesso sinagogale e, in generale, della presenza ebraica per Alessandria si è soffermato il sindaco Fabbio. “Da questi locali rinnovati e restituiti alla città – ha affermato il sindaco – in cui le storie si intersecano, partiamo insieme per un futuro di speranza più intenso. Perché la Memoria non sia solo ricordo degli orrori ed errori commessi dall’uomo ma base per un’integrazione e una convivenza concrete e costruttive. Oggi iniziamo un percorso insieme per un futuro di speranza più intenso”.
La presenza del vicepresidente UCEI Claudia De Benedetti ha portato lo spunto per ricordare Tullia Calabi Zevi, uno degli esponenti più autorevoli e rispettati del mondo ebraico italiano, a lungo presidente dell’Unione, scomparsa il 22 gennaio scorso.

Daniel Reichel