Qui Roma – Pedalando per la Memoria
A giudicare dalla manifestazione che si è svolta ieri a Roma “Pedalando nella Memoria” in ricordo di Settimia Spizzichino, unica donna tornata dalla retata nazista del 16 ottobre, si direbbe di sì. “Perché la Memoria – secondo la Presidente del IX Municipio, Susana Ana Maria Fantino, che ha contribuito alla realizzazione dell’iniziativa e da dove sono partiti i ciclisti – non deve essere solo il racconto di un passato lontano, ma deve essere anche un monito per il rischio di un presente vicino. La bicicletta è uno strumento accessibile a tutti, uno strumento di movimento e di comunicazione, ma anche un modo per stare insieme. Ecco come lo sport per tutti si può legare ad un futuro e ad una democrazia più diffusa”.
L’iniziativa, ideata dal professor Massimo Marzano, docente di Lettere e Storia all’Istituto d’Istruzione Superiore Leopoldo Pirelli, è stata realizzata da Carla Di Veroli, assessore alla cultura dell’XI Municipio e nipote di Settimia Spizzichino, e dalla UISP (Unione Italiana Sport Per tutti).
Un’ottantina di ciclisti di ogni età, strato sociale e provenienti da diversi quartieri della città sono partiti dalla Villa Lazzaroni sull’Appia per pedalare insieme attraverso tre quartieri, fermandosi in alcuni dei luoghi più dolorosamente significativi per i romani: le Fosse Ardeatine, Via Licia (dove abitava Gioacchino Gesmundo, professore del Liceo Cavour, ucciso nell’eccidio del 24 marzo 1943), Via Tasso e infine Largo 16 Ottobre 1943 in ghetto. Durante le tappe sono intervenuti esponenti delle associazioni di partigiani e deportati, gli assessori dei Municipi che hanno contribuito all’iniziativa, Riccardo Pacifici presidente della Comunità Ebraica di Roma, l’assessore allo sport del Comune di Roma, Alessandro Cochi, e il sindaco Gianni Alemanno.
Carla Di Veroli ha ricordato la figura della Spizzichino, una donna che ha subito raccontato quanto aveva visto e vissuto, che non si è mai tirata indietro e che con testardaggine ha saputo superare le prove atroci in cui si era trovata. “Settimia era un po’ scettica sull’istituzione del Giorno della Memoria perché temeva che diventasse una celebrazione stanca e ripetitiva vuota di senso, mentre la memoria doveva essere tutti i giorni e non solo una volta l’anno”.
Pedalando per la Memoria – immaginiSu questo concorda l’assessore dell’XI Municipio, “perché una giornata sola non può bastare, ma in ogni caso è un’opportunità che non va lasciata al caso e per questo è necessario da parte di tutti ricordare le vittime e chi ha lottato per difendere la città”
Ha proseguito, in ghetto, la testimonianza di Vera Michelin Salomon, presidente della sezione romana dell’Aned che ha ricordato la figura di Tullia Zevi scomparsa sabato scorso. Il Giorno della Memoria, ha concluso, è dedicata a tutte le vittime dei campi di sterminio, oppositori politici e rom inclusi.
Il Presidente Pacifici ha ricordato poi diversi episodi che legano lo sport alla Shoah: l’importante contributo di Gino Bartali nel salvare molti perseguitati; gli allenatori ebrei allontanati dalle loro squadre e poi deportati e uccisi nei campi nazisti e il viaggio effettuato con quei calciatori che hanno partecipato al Torneo della Memoria durante il quale sono stati ricordati quei prigionieri del campo di sterminio di Auschwitz costretti cinicamente a giocare a pallone con i loro carnefici. Ha poi auspicato il coinvolgimento di sportivi professionisti come testimonial di un’iniziativa che leghi varie discipline alla Memoria per andare oltre le cerimonie sterili che non riescono ad entrare nel cuore delle persone e tentare di ribaltare, in questo modo, in una sorta di contrappasso, il messaggio per le nuove generazioni: coltivare attraverso le commemorazioni un senso di giustizia priva di odio e rivendicazioni che testimoni la continuazione, nonostante tutto, di una presenza ebraica che non piange, ma inneggia alla vita. “Questo è il miglior messaggio – ha concluso Pacifici – che possiamo mandare ai negazionisti, ai razzisti e a coloro che ogni tanto provano a risorgere non solo contro gli ebrei, ma anche verso altri gruppi umani e per costruire un mondo migliore.”
Infine il sindaco Alemanno, che ha partecipato per la prima volta a questa manifestazione iniziata sette anni fa, ha ringraziato Carla Di Veroli che lo ha coinvolto e ha lodato l’iniziativa che “mette insieme gli episodi quotidiani con i fatti più terribili avvenuti nella storia dell’umanità, ricordando le vittime, ma anche coloro che hanno saputo resistere e dimostrare i loro valori umani nelle situazioni più atroci.”
Elena Lattes