straniero…
Moshè impone al suo primo figlio il nome di Ghershòm, che significa “straniero là” e dice: “perché straniero ero in una terra straniera..” (Esodo; 18, 3). Ma dove era straniero Moshè? A Midian, emigrato rispetto all’Egitto, o in Egitto rispetto a una Terra a cui lui non avrà mai accesso e che non esisteva se non nella memoria e nei sogni dei suoi antenati, tra l’altro a lui completamente ignoti? Moshè probabilmente è uno straniero dentro se stesso, e in un certo senso il nome che mette al figlio è l’indice che bisogna sentirsi sempre e dovunque stranieri, per comprendere la condizione dell’essere straniero, come del resto è ribadito anche nel Salmo 119 “…straniero sono sulla terra….”.
Roberto Della Rocca, rabbino