“Ebrei e neri ricordano insieme l’Europa, la Shoah e l’Africa”

Voci ed espressioni diverse ma unite nel ricordo della Shoah, è quanto si propone di fare la manifestazione “Sulla nota delle razze, ebrei e neri ricordano insieme l’Europa, la Shoah e l’Africa, una maratona culturale organizzata dall’associazione culturale Ebraismo Culture Arti Drammatiche (Ecad ) e per iniziativa del regista Vittorio Pavoncello, con il patrocinio del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma, di Provincia di Roma, Comune di Roma Assessorato Politiche Culturali, RAI Segretariato Sociale, Nigrizia e Pitigliani, con il sostegno della rivista Confronti e della Fondazione Museo della Shoah. Due i luoghi protagonisti della lunga maratona che ha visto alla casa del Jazz due tavole rotonde, la prima sul tema “Diaspore razzisti schiavitù” cui ha partecipato Anna Foa, Leone Paserman, Alessandro Portelli, Daniele Fiorentino e l’onorevole Jean Leonard Touadi e la seconda “ Rhapsody in giallo e nero Jazz klezmer, e musica africana oltre il razzismo” con gli studiosi Luigi Onori e Serena Facci insieme al musicista Gabriele Coen e al cantante Harold bradley, alternarsi alla proiezione di film ed a momenti di intrattenimento artistico dedicati alla poesia e alla musica e che vedrà questa sera il Coro ha Kol esibirsi al tempio Valdese di Piazza Cavour dove i canti della tradizione liturgica ebraica si uniranno a quelli gospel del gruppo “The session voices”. Al concerto si alterneranno i poeti Roberto Piperno, Deborah D’Agostino e l’eritrea Ribka Sibhatu con letture dei propri versi.
Abbiamo chiesto a Vittorio Pavoncello di parlarci di questa iniziativa così articolata.
Vittorio quale è il fil rouge di questa iniziativa?
Siamo giunti alla quinta edizione della Memoria degli altri. Precedentemente abbiamo celebrato la memoria con i Rom, con i disabili, con gli omosessuali. Quest’anno ,mancava un tassello che era di unire gli ebrei ed i negri, perché quello che mi premeva mettere in evidenza è che lo stato nazista non era discriminante soltanto nei confronti degli ebrei, tanto è vero che i primi ad essere uccisi nei campi di concentramento sono i disabili.
In che cosa consiste quest’anno la memoria degli altri?
Quest’anno ebrei e neri ricordano l’Europa, la Shoah e l’Africa, ho immaginato un gemellaggio ideale fra il Giorno della memoria, il Giorno dell’Africa e il Giorno dell’abolizione della schiavitù. Il tema scelto consente inoltre di rendere più vivo il discorso sulla Memoria, perché non ci fermeremo agli eventi organizzati il 26 ed il 27 gennaio, ma proseguiremo a febbraio con una conferenza sugli ebrei del Nord Africa e la Shoah e a maggio una mostra che a partire dalla considerazione dell’arte africana da parte delle avanguardie storiche , vedrà un cospicuo numero di artisti riferirsi alla Shoah e all’Africa.. Infine in estate dovrebbe esserci un concerto contro il razzismo che dovrebbe vedere unite le componenti della musica Klezmer con il Jazz.
Che significato ha allora per te la Memoria?
La Memoria si fa anche attraverso quello che non si ricorda o che si è dimenticato o di ciò che si è voluto dimenticare.
Perché mettere insieme ebrei e neri?
Perché nel discorso del lager che c’è la schiavitù, ma c’è anche una differenza perché lo schiavo doveva lavorare, mentre nel lager si lavora per morire.. Un altro punto da focalizzare è quello che vede ebrei e neri uniti nella Diaspora. La cosa che mi ha sempre colpito è questa penosissima situazione di essere immediatamente riconosciuti attraverso il colore della pelle, pensare che per i neri sono stati secoli, secoli e secoli in schiavitù mi sembra terrificante.

Lucilla Efrati