Qui Venezia – Luzzatto: “Non solo commemorazione”

Nelle sale monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana, si è inaugurata la mostra “1938-1945. La persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia”, sotto l’Alto Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah. Molte le autorità intervenute all’evento fra cui il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, il presidente della Comunità Ebraica di Venezia, Amos Luzzatto, il prefetto di Venezia, Luciana Lamorgese, il prefetto della Repubblica presso Ministero dell’Interno, Sandra Sarti, il vicepresidente della Provincia, Mario Dalla Tor, il direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto, Ugo Soragni,, il direttore dell’Archivio di Stato di Venezia, Raffaele Santoro e il direttore Biblioteca Nazionale Marciana, Maria Letizia Sebastiani.
Nell’esposizione, la cui ricerca archivistica è stata curata da Patrizia Bortolozzo, Claudia Salmini e Alessandra Schiavon dell’Archivio di Stato di Venezia, con il coordinamento del Direttore Raffaele Santoro e da Renata Segre per la Comunità Ebraica di Venezia, viene presentato al pubblico il materiale documentario inedito, tratto dagli archivi della Biblioteca Nazionale Marciana e dell’Archivio di Stato, a testimonianza di quanto accaduto nella specifica realtà veneziana, con il supporto del materiale espositivo predisposto dal Centro di documentazione ebraica contemporanea (CDEC), costituito da pannelli che raccontano lo svolgersi dell’intera vicenda a livello nazionale. “La mostra documentaria che l’Archivio di Stato di Venezia in collaborazione con la Comunità Ebraica ha allestito – spiega Raffaele Santoro, direttore dell’Archivio di Stato – ha inteso tener fermo un filo conduttore che analizzi la persecuzione antiebraica e l’antisemitismo all’interno di un percorso cronologico”. I documenti esposti illustrano infatti il graduale e sempre più drammatico percorso che porta dall’emarginazione alle vere e proprie persecuzioni, attuate nei confronti di tutti gli ebrei italiani e stranieri, nel nostro territorio, a partire dalle leggi razziali del 1938 fino alla primavera del 1945.
Il presidente della Comunità Ebraica di Venezia, Amos Luzzatto ha espresso il suo apprezzamento per l’interesse della cittadinanza ponendo però un interrogativo fondamentale sul valore che si vuole attribuire a queste celebrazioni: “Credo che in una giornata come questa sia opportuno proprio per l’attenzione che è stata dedicata, porsi una domanda, riteniamo sufficiente continuare a insistere prevalentemente sull’aspetto commemorativo di questa data o non è forse giunto il momento di fare un salto di qualità vero e proprio, organizzando a partire da questa giornata, un progetto di prevenzione su più larga scala?” “Sarebbe un errore profondo – continua Luzzatto – pensare che il passato sia ormai andato e che il futuro non ci possa riservare sorprese sgradite. Vigilanza, analisi, individuazione delle radici che ancora non sono state totalmente estirpate e che sono alla base di quell’atmosfera culturale basata sull’odio, sull’avversione, sul razzismo. Bisogna vigilare su quella capacità che ha avuto la nostra società un tempo e che ha ancora, di autoamputarsi, di tagliare fuori dalla propria sfera di convivenza una parte di se stessa. La stessa società che ha voluto rinunciare al contributo spirituale, culturale, produttivo di una parte di se stessa in nome di una ideologia di odio. Partiamo da questo momento che ci vede tutti uniti in un sincero desiderio di non rivivere quello che è stato per fare un passo avanti, soprattutto per le nuove generazioni. Cerchiamo dovunque esistano, le radici di odio e separazione tra esseri umani sulle quali si è sviluppato e affermato quella civiltà di odio razziale, avversione verso lo straniero, verso chi ha la pelle di un colore diverso, verso chi parla una lingua diversa e verso chi professa una diversa religione”.
Dello stesso avviso il Sindaco Giorgio Orsoni che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di non ridurre il giorno della memoria a una liturgia formale e polverosa: “Il Giorno della Memoria è da annoverare ormai come uno dei valori della nostra cultura, un simbolo della nostra civiltàti che deve sempre più dare i suoi frutti. Il ricordo di quella drammatica pagina della storia, di quella umanità che aveva perso se stessa, deve rimanere vivo perché non può esistere un avvenire senza la consapevolezza del nostro passato. Venezia è sempre stata la città dell’incontro, del dialogo tra le molteplici componenti della società. E’ cresciuta costruendo ponti reali tra culture diverse in una osmosi permanente anche tra diverse religioni che hanno contribuito a far grande la realtà veneziana. Non possiamo però dimenticarci che anche qui vi furono episodi di intolleranza verso gli ebrei veneziani. Contro ogni revisionismo e ancor più contro ogni forma di indifferenza il nostro compito è di spendere ogni energia per mantenere in qualche modo vivo il ricordo di quegli eventi perché l’indifferenza generata dall’ignoranza, genera a sua volta discriminazione, intolleranza, prevaricazione e violenza. Nelle camere a gas non sono morti solo gli ebrei, i sinti, gli omosessuali e i disabili, ma è il senso stesso di umanità che si è autodistrutto”.

Michael Calimani