…Memoria

“Oggi, Dante.” Timidamente uno studente chiede “Scusi professore ma oggi è il 27 gennaio, è il Giorno della Memoria”.“Te lo dò io il Giorno della Memoria!” Dei sei docenti che si erano alternati alla cattedra quella mattina uno solo, l’insegnante di ecologia, accenna qualcosa sul tema ai ventuno ragazzi dell’ultimo anno di superiori. Scandaloso? Deprimente? Normale? Prevedibile. Da anni i guru dell’educazione si interrogano su “le difficoltà create dalla scuola” nello studio delle discipline umanistiche. Si chiedono per quale motivo studenti che dimostrano interesse per gli argomenti proposti e manifestano un buon livello di comprensione – intesa come capacità di orientarsi all’interno di testi o fatti storici – non riescano a mutare sostanzialmente alcune loro convinzioni palesemente contraddittorie con ciò che hanno appena studiato. Oppure perché lo stereotipo si riveli assai più robusto delle informazioni statistiche formali e del pensiero logico. Nel nostro caso purtroppo non possiamo neppure porci queste domande perché la chiusura della mente corrisponde alla chiusura dei “cancelli” con tutte le conseguenze che essa comporta.

Sonia Brunetti Luzzati, pedagogista