Qui Torino – Il popolo del silenzio

Gremita la piazzetta Primo Levi antistante la sinagoga torinese in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria. Numerosi i partecipanti alla marcia del silenzio, la cerimonia con cui viene inaugurata l’installazione dell’artista potentino Antonio Catalano. Il popolo del silenzio – questo il titolo dell’opera di Catalano che sarà ospitata nella piazza della sinagoga per tutto il corso della prossima settimana – consta di trentasei sculture, “trentasei contenitori di oggetti vari, foglie, semi, scritti e pensieri”, spiega l’artista. “Custodi silenziosi della memoria dei Lamed Vav, trentasei giusti tra le nazioni che secondo la tradizione ebraica sono presenti in ogni generazione”. È questo – spiega Catalano – il riferimento simbolico dell’opera. I trentasei giusti della tradizione ebraica rappresentano in realtà le centinaia di benemeriti che misero a repentaglio la loro vita e quella dei loro familiari per dare rifugio ai perseguitati. Il Giorno della Memoria è un occasione per ricordare, insieme alle vittime, anche loro: “quei giusti per i quali il mondo non è andato in rovina”. La Comunità ebraica di Torino è impegnata fin dal 1955 nella ricerca di questi coraggiosi: “finora abbiamo consegnato già quattrocento attestati di benemerenza”, racconta il consigliere Emanuel Segre Amar. Al termine della marcia del silenzio il pubblico intervenuto ha potuto ascoltare alcune letture eseguite dall’attore Bobo Nigrone. Sfidando il freddo sono rimasti in molti, sulla piazzetta del tempio, ad ascoltare i saluti delle autorità.. La vicepresidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Claudia De Benedetti ha voluto ricordare Tullia Zevi, presidente emerita dell’Ucei venuta a mancare sabato scorso. Dopo di lei hanno preso la parola il presidente della circoscrizione che ospita la Comunità ebraica Mario Cornelio Levi, l’assessore provinciale alla cultura Ugo Perone, il suo collega alla Regione Piemonte Michele Coppola e quello comunale Fiorenzo Alfieri, l’onorevole Gianpiero Leo e l’onorevole Piero Fassino, all’inizio della sua campagna elettorale per il Municipio torinese. Le celebrazioni sono proseguite all’interno della sinagoga, dove sono intervenute tre rappresentanti della comunità Rom. “Ringrazio di cuore la Comunità ebraica di Torino – ha detto Vesna Vuletic –. Il mio popolo e quello ebraico sono legati dal comune, tragico destino che li ha portati nei lager”. Hanno poi parlato due rappresentanti dei giovani del popolo ebraico e di quello zingaro, Sharon e Gabriela: “Noi siamo la terza generazione, i nipoti dei sopravvissuti allo sterminio”. Sono i giovani che, in vista della scomparsa dell’ultimo testimone diretto, dovranno prendersi carico del dovere di ricordare, di far capire “quali e quanti pericoli si nascondano nella mente dell’uomo”, per usare le parole pronunciate dell’assessore Alfieri. La scrittrice Lia Levi ha infine espresso la sua soddisfazione per i risultati conseguiti dell’istituzione del Giorno della memoria: “vedo un moltiplicarsi di iniziative che mi conforta: corrisponde al moltiplicarsi dei momenti di commozione, è ciò non può che essere positivo”. Ha pronunciato un breve discorso anche il rabbino Avraham De Wolff, il quale ha sottolineato l’importanza di ricordare “i milioni di vittime innocenti, anche se la giornata di oggi è opportunamente tributata ai Giusti tra le nazioni”. Infine rav Alberto Somekh ha intonato El male’ rachamim, la preghiera che, come nota De Wolff, “non chiede vendetta, ma pace per le anime delle vittime”.

Manuel Disegni