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L’anno in corso è un anno embolismico, avente tredici mesi. Venerdì e Sabato entreremo nel mese di Adar primo a cui si aggiungerà un Adar secondo nel quale festeggeremo Purim. L’anno lunare è di 354 giorni, pertanto, per evitare che Pesach anticipi di undici giorni sul calendario solare rispetto all’anno precedente si aggiunge un mese compensativo, per l’esattezza sette volte ogni diciannove anni. Per i kabalisti l’intercalazione è vista come un accordo cosmico tra il ciclo del sole, astro maschile e quello della luna, astro femminile. Non per niente si parla del “sod aibbur”, segreto del connubio, ecco perché l’anno embolismico diviene simbolo di un Tikkùn, di riparazione e armonia cosmica. Chi è preposto a tutto questo? L’uomo. Erano infatti i membri del Sinedrio che, con tutte le responsabilità che ciò comportava, decidevano di volta in volta l’intercalazione con una relativa libertà e discrezionalità. Un ritardo della maturazione del nuovo orzo, guasti stradali provocati da un ecceessivo maltempo invernale che avrebbero impedito l’afflusso di pellegrini a Gerusalemmme per Pesach venivano presi come motivi validi per l’intercalazione. Dopo il Sinedrio fu introdotta una regola fissa che stabilisce quali anni sono da considerarsi embolismici. Shanà meuberet, letteralmente annata incinta, paragonabile a una donna che porta in sé qualcosa in più del suo corpo abituale e che tuttavia e pur sempre parte di essa. Si tratta di un mese tale e quale agli altri, proprio come il feto, che pur costituendo un di più, non è estraneo geneticamente all’organismo della madre. In questo senso l’anno di tredici mesi è considerato un simbolo di prosperità e rigenerazione.

Roberto Della Rocca, rabbino