I suoni della realtà

Dall’Egitto giunge un frastuono prolungato. Fracasso come da una casa grandissima dove qualcuno a un tratto sta spostando mobili immani, mobili di giganti. La Libertà che urla “Libertà”, la Fame che urla “Fame”, la Miseria che urla “Miseria”. Urla lungo la costa mediterranea, appena ovattate dai nostri televisori. Noi sentiamo tutto questo, e non sappiamo.
Che succederà? – è la domanda di ogni minuto. Paura del frastuono, paura di non sapere, paura di fatti incontrollabili, un susseguirsi di paure.
Da molti anni abbiamo contratto la malattia della paura, paura in arrivo non da una guerra, ma da una vita impaurita in tutte le sue ore. Eppure quei ponti sul Nilo sono moderni come i nostri, la gente gira con l’iphone, donne camminano col volto scoperto, ragazzi vogliono entrare in librerie – e se per una volta andasse bene, se ricominciassimo a vivere, se la libertà esistesse di nuovo? Se la libertà esistesse sul serio.

Il Tizio della Sera