Qui Milano – Emozioni a lieto fine
Quattro arresti, il recupero dell’intera refurtiva (nell’immagine esposta alla stazione di polizia a Tel Aviv) e l’individuazione di una banda che puntava ai beni culturali ebraici in Italia. Questo il bilancio dell’operazione portata a termine in poche ore grazie alla stretta, fattiva collaborazione fra Comunità ebraica di Milano e inquirenti italiani e israeliani. E una grande festa che si annuncia per la seconda Comunità italiana, che unirà gli ebrei milanesi e la cittadinanza e che si terrà probabilmente entro il termine di questa settimana. E’ l’epilogo di un episodio che ha costellato le scorse ore di dolore, di speranze e infine di sollievo per gli ebrei milanesi…
Quattro arresti, il recupero dell’intera refurtiva (nell’immagine esposta alla stazione di polizia a Tel Aviv) e l’individuazione di una banda che puntava ai beni culturali ebraici in Italia. Questo il bilancio dell’operazione portata a termine in poche ore grazie alla stretta, fattiva collaborazione fra Comunità ebraica di Milano e inquirenti italiani e israeliani. E una grande festa che si annuncia per la seconda Comunità italiana, che unirà gli ebrei milanesi e la cittadinanza e che si terrà probabilmente entro il termine di questa settimana. E’ l’epilogo di un episodio che ha costellato le scorse ore di dolore, di speranze e infine di sollievo per gli ebrei milanesi. Un fatto sconcertante e inquietante che ha però consentito di mettere nel mirino e far cadere nella rete tesa dagli inquirenti una banda che mirava ai tesori culturali della minoranza ebraica in Italia e a Milano aveva cominciato a prendere le mosse. Dopo aver passato alcune ore con il fiato sospeso, il Presidente della Comunità ebraica di Milano Roberto Jarach è visibilmente soddisfatto dell’esito dell’operazione messa in piedi con tempi molto ristretti alla vigilia di questo Sabato. Determinante è stata la prontezza di riflessi del rav David Sciunnach, il primo a scoprire, venerdì mattina, la mancanza degli argenti dall’Aron della sinagoga. Determinante la rapidità dell’intervento degli inquirenti, che hanno agito di concerto con i dirigenti comunitari. Una rapidità che è riuscita anche a ridurre il danno potenzialmente provocato da indiscrezioni incontrollate che erano state messe in circolazione nelle ore precedenti sul web e che avrebbero potuto vanificare l’esito positivo della vicenda mettendo sull’avviso i componenti della banda. Ora che l’incubo della razzia si va dissipando emergono nuove sfide per la Comunità ebraica di Milano. L’urgenza di tutelare la sicurezza con opportuni investimenti. Il dovere di valorizzare e tutelare beni culturali che appartengono al patrimonio dell’intera metropoli lombarda. L’esigenza di riscoprire la centralità del tempio di via Guastalla proprio ora che i milanesi volgono lo sguardo con sollievo alla propria sinagoga. Gli argenti trafugati dall’Aron della sinagoga centrale di Milano erano in mani sicure, individuati, grazie alla fattiva collaborazione fra gli investigatori e i dirigenti comunitari, già prima dell’inizio del Sabato a Tel Aviv, dove erano appena stati portati. E così il responsabile materiale dell’azione. Ma le istituzioni dell’ebraismo italiano hanno preferito responsabilmente mantenere il silenzio ancora per qualche ora in sintonia con gli inquirenti al fine di scoprire anche i complici di un’organizzazione allestita per minacciare il patrimonio culturale della minoranza ebraica in Italia. Una comunità ferita, sconcertata, ma volta all’ottimismo, si è raccolta intanto per lo Shabbat nella Sinagoga centrale milanese di via Guastalla. Il grave furto di argenti sacri dall’armadio dell’Aron, di cui si è appreso nelle scorse ore, ha suscitato sperdimento e dolore non solo per il valore degli antichi oggetti trafugati, ma anche per la mancanza di rispetto e di sensibilità dimostrata dai responsabili di questo atto dissennato. Già nell’imminenza del Sabato, in ogni caso, si era fatta strada nella Milano ebraica una tangibile e fondata fiducia che il grave caso volgesse rapidamente verso un esito positivo. Nella seconda comunità ebraica italiana la percezione del dolore, si è diffusa nella mattinata di venerdì mescolata con la determinazione di difendere, proprio a partire da Milano, la propria identità e il proprio patrimonio culturale. Di fare di questa esperienza un punto di svolta nella tutela dei beni culturali ebraici in Italia. Mentre piovano i messaggi di solidarietà delle autorità locali e nazionali, le Forze dell’ordine e la Soprintendenza stanno compiendo i necessari accertamenti emergono i primi elementi su una dinamica sconcertante. L’area e l’armadio che contiene i sacri rotoli della Torah non presentano segni di effrazione e l’azione sembra sia stata compiuta da persone che avevano avuto accesso indisturbate e molto tempo per agire confondendosi con il via vai del pubblico diretto alla grande sala o agli uffici dei piani superiori. Immediatamente attivatosi, il Presidente della Comunità Roberto Jarach ha messo a disposizione degli inquirenti ogni elemento per favorire una rapida conclusione delle indagini e fare quanto possibile per recuperare la refurtiva. Gli oggetti trafugati, in certi casi antichi di alcuni secoli, andavano ben al di là delle vicende di una realtà ebraica, quella milanese, abitualmente considerata dagli storici come provvista di una storia relativamente breve se comparata a quella antichissima delle altre comunità italiane. Ma al di là del singolo fatto di cronaca emerge con chiarezza e in maniera drammatica come le istituzioni degli ebrei italiani e le autorità competenti debbano intensificare gli sforzi per catalogare, difendere e far conoscere un patrimonio di storia e di cultura, di beni culturali che hanno segnato due millenni di storia ebraica in Italia e in parte erano stati raccolti a Milano quali testimonianze di antiche comunità minori oggi non più attive. Un patrimonio inscindibile dalla realtà e dalla vita degli ebrei italiani ma che costituisce parte integrante dell’Italia intera.