Qui Arezzo – Storie e dinastie della Comunità ebraica
Fascinazione profonda per l’ebraismo, volontà di far luce su vicende poco conosciute e controverse, grande passione civile. Sono questi gli ingredienti dell’ultimo lavoro di Marco Caneschi, 41enne giornalista aretino amante dei viaggi e della fotografia, che in Storie e dinastie degli ebrei aretini (Edizioni Il Laboratorio) ricostruisce con dovizia di particolari la breve ma intensa storia degli ebrei di Arezzo, comunità a forte mobilità sociale che si sviluppò intorno al 1830 per sparpagliarsi nel giro di un trentennio, con l’approssimarsi dell’Unità d’Italia, in nuclei ebraici più robusti numericamente. Partendo da alcuni preziosi documenti archivistici, Caneschi ricostruisce nomi e situazioni di un piccolo spaccato di Italia ebraica che fu, la comunità raggiunse il picco di 200 unità sul finire del trentennio citato, offrendo un quadro ampio su integrazione, mestieri esercitati e dati anagrafici dei membri della comunità. Quello di Caneschi è un lavoro di studio certosino, ricco di numeri, trend demografici e curiosità (come la storia del cimitero del Campaccio, ricostruita per il periodico Notizie di Storia nel settembre 2006 e riportata nelle pagine del volume) che appassiona il lettore facendo luce su momenti passati e fatti di stretta attualità. L’ultimo capitolo del libro è dedicato a una grande battaglia civile di cui Caneschi si è fatto solerte promotore insieme ad alcuni uomini di cultura ed esponenti della Comunità ebraica di Firenze: la recente rimozione della targa nel centro di Arezzo dedicata al Viva Maria, movimento sanfedista e antiebraico che si macchiò di terribili misfatti culminati nel 1800 con il massacro di 13 ebrei senesi. Movimento che ebbe il suo centro propulsore proprio nella città di Petrarca e a cui una flebile memoria e coscienza storica riconosce meriti prerisorgimentali piuttosto che atti infami figli del fanatismo religioso. Con questo libro Caneschi ricostruisce quindi frammenti preziosi di storia ebraica e squarcia il velo su vicende aretine controverse e talvolta volutamente condannate all’oblio. Il suo impegno trae linfa da una passione smisurata per la cultura ebraica e Israele nata ai tempi dell’università e sviluppatasi negli anni in un continuo climax ascendente tanto che al momento l’autore non esclude di tornare nuovamente sull’argomento aggiungendo un nuovo capitolo di ricerca con un volume dedicato al contributo dato dagli ebrei aretini al Risorgimento. In attesa di ulteriori aggiornamenti bibliografici, Caneschi esprime comunque un auspicio che riassume tutto il senso della sua battaglia per la Memoria: “Il mio augurio – racconta ai lettori della nostra newsletter – è che il libro sia letto non solo dagli storici e dagli appassionati di storia locale ma da tutti quelli che condividono un profondo senso di rimorso per quello che l’Occidente ha fatto al popolo ebraico”.
Adam Smulevich