Qui Milano – “La mia Torah”, patrimonio per tutti

Un libro che non è semplicemente un libro, ma un progetto che ha coinvolto tante persone e istituzioni ebraiche differenti, dislocate in varie parti d’Italia (e addirittura in Israele), con l’obiettivo di fare qualcosa per tutte le Comunità ebraiche italiane e per i loro bambini.
“La mia Torah. Le parashot di Bereshìt per i ragazzi” di Anna Coen e Mirna dell’Arriccia realizzato dal Dipartimento educazione e cultura dell’UCEI con il contributo dei fondi dell’otto per mille è stato presentato anche nell’Aula magna della scuola ebraica di Milano .
A introdurre la serata è stata Paola Sereni, assessore alla scuola della Comunità di Milano che ha espresso grande soddisfazione nel vedere un’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sempre più presente a Milano, e sottolineato l’importanza dell’attività del Dec diretto da rav Della Rocca.
“Questo libro è un patrimonio di tutti – ha messo in evidenza Raffaele Turiel, assessore all’educazione dell’UCEI – Potrà essere utilizzato in tutte le scuole ebraiche, e raggiungerà i bambini delle piccole Comunità, dove le scuole non ci sono e uno strumento del genere è ancora più importante. La grande forza di questo volume è la sua capacità di suscitare interesse, e penso quindi che abbia raggiunto l’obiettivo che si proponeva”.
“Il midrash racconta che chi ascolta la Torah dalla bocca del figlio del proprio figlio è come se la sentisse provenire direttamente dal Monte Sinai – ha raccontato rav Della Rocca – La nostra speranza è che molti bambini grazie a questo libro possano permettere ai loro nonni di ascoltare la Torah in questo modo. E ringraziamo Mirna e Anna, per averci ricordato che dall’insegnamento della Torah non si va mai in pensione”. Già perché le autrici sono due morot della scuola ebraica di Roma ormai in pensione, che hanno riversato in questo progetto tutta l’esperienza che hanno accumulato negli anni in classe, come ha spiegato Sonia Brunetti, che ha coordinato il progetto editoriale. E il rabbino capo di Milano Alfonso Arbib ha tenuto a sottolineare quanto sia importante scrivere un libro, perché il libro è uno strumento attraverso cui gli allievi possono diventare autonomi nello studio, un obiettivo di tutti gli insegnanti, come lo fu di Moshe “che nella Parashah di Tetzaveh che leggeremo a Shabbat, per la prima volta da quando è apparso nella Torah, non compare, ricordandoci che ogni buon maestro deve essere capace di lasciare spazio ai propri allievi”.
“La mia Torah” potrà dunque essere utilizzato dagli insegnanti nelle scuole e nei Talmud Torah, oppure autonomamente dai bambini, grazie a un format e a una veste grafica accattivante, capace di suscitare grande curiosità, come ha messo in evidenza Odelia Liberanome, direttrice del Centro pedagogico del Dec. “Ed è molto importante – ha aggiunto – avere finalmente un libro di testo per le materie ebraiche che abbia, agli occhi dei bambini, la stessa ‘dignità’ dei quelli di tutte le altre materie”.
In chiusura di serata le autrici hanno spiegato l’impostazione del loro lavoro, basato su tre direttrici: il racconto, con i riassunti di tutte la parashot, l’approfondimento, con il metodo dell’ipertesto, molto apprezzato dai bambini dell’era di internet, e l’attività, con giochi e esercizi per imparare senza mai annoiarsi.
Ora l’auspicio di tutti è che il lavoro possa proseguire i successivi quattro libri della Torah, perché, come ha ricordato rav Yechiel Wassermann, direttore del Center for Religious Affairs della World Zionist Organization, che ha contribuito alla stampa del primo volume, “sapere che i bambini di un paese hanno la possibilità di studiare la Torah nella loro lingua, è meraviglioso e commovente”.

Rossella Tercatin