…integrazione

In Germania la parola multiculturalismo è sottoposta a un attacco pubblicistico e politico intenso. Ne sono un esempio le tesi dell’ex cancelliere Sarrazin, il divieto ad indossare il burka negli uffici pubblici sancito dallo stato dell’Assia o le recenti dichiarazioni della consigliera Angela Merkel che senza mezzi termini invita gli immigrati a fare di più per inserirsi perché il “semplice coabitare” degli uni accanto agli altri non ha funzionato. Se l’ideologia del multikulti era una specie di fiore all’occhiello dei progressisti ora l’alternativa è posta come un perentorio invito alla cosiddetta “integrazione” degli immigrati che riguarda però soprattutto, se non esclusivamente, l’islam che deve affrontare la sfida di definire che cosa voglia dire integrazione culturalmente e religiosamente in senso islamico. Nel dibattito taluni suggeriscono il confronto per analogia con il modello ebraico ma a parere di molti è un paragone che non funziona: “L’ebraismo come Kultur nella Germania di oggi è stato interiorizzato” scrivono. Ad eccezione però delle schizofrenie verso Israele.

Sonia Brunetti Luzzati, pedagogista