Torah e vita sotto il segno del rav Artom: un convegno prestigioso e un nuovo sito sulla Legge ebraica

Torath Chajim, Torah di vita. Un titolo significativo per una rivista ma altrettanto valido per descrivere anni di impegno, di studio, di approfondimento della Legge ebraica. Rav Menachem Emanuele Artom z.l. (1916-1992) scelse quelle due parole come titolo della sua pubblicazione e non poteva che chiamarsi così, Torath Chajim, il convegno organizzato in suo onore e memoria dalla Comunità Ebraica di Torino assieme alla Scuola Margulies Disegni e al Gruppo di Studi Ebraici per il 20 febbraio. Questa domenica, dunque, sarà una giornata all’insegna di una delle figure centrali dell’ebraismo italiano e non solo, i suoi studi e i suoi insegnamenti saranno al centro degli interventi dei tanti e autorevoli rabbanim e studiosi presenti al centro sociale della Comunità.
La memoria di rav Artom (nella foto in alto in un’immagine del 1956 che lo ritrae insieme al rav Elio Toaff e a Meir Padoa nel tempio italiano di Gerusalemme) prenderà forma attraverso le parole di chi lo conobbe personalmente, di chi ne fu allievo diretto o virtuale, di chi ne fu figlio. Sarà, infatti, presente Naomi Artom Goldenberg assieme al figlio Menachem, nome significativamente scelto in onore del nonno, che racconterà attraverso immagini e ricordi la vita e il lavoro di suo padre.

Anche il Portale dell’ebraismo italiano www.moked.it renderà omaggio a rav Artom e al suo Torath Chajim: il convegno infatti sarà l’occasione per lanciare in contemporanea un nuovo sito dedicato alla Legge ebraica. Uno spazio vivo di confronto, in cui i lettori potranno rivolgere direttamente domande a fonti competenti, in particolare ai rabbini dell’Assemblea rabbinica italiana. Un luogo libero di dibattito sulle tante, infinite articolazioni della tradizione ebraica.
Tornando all’evento di domenica, il convegno sarà diviso in due sessioni. In mattinata oltre a Naomi Artom Goldenberg, interverranno il presidente della comunità di Torino Tullio Levi in merito a “La figura di M. E. Artom attraverso i 40 anni di Torath Chajim e i due anni da Rabbino Capo della Comunità di Torino” mentre il rabbino capo di Torino rav Eliahu Birnbaum spiegherà “Il significato di Torath Chajim per rav M.E. Artom”. L’intera raccolta della rivista, pubblicata in ebraico e italiano e oramai introvabile nella sua versione cartacea, sarà a disposizione su cd grazie ad un lungo lavoro di digitalizzazione delle migliaia di pagine uscite in questi lunghi anni.
Legato al mondo delle pubblicazioni l’intervento di rav Alberto Moshé Somekh che tratterà il tema del “Giornalismo: Calunnia e Maldicenza”. Sugli insegnamenti dei maestri Samuel David Luzzatto e Elia Samuel Artom si soffermerà rav Elia Richetti mentre Guido Guastalla parlerà dell’attività editoriale di rav Artom, che comprende diverse e autorevoli traduzioni (ad esempio la versione italiana commentata del Libro dei Precetti del Maimonide o Compendio del “Shulchan ‘Aruch” del Rabbino Chajim David ha-Levì), la pubblicazione di un vocabolario ebraico-italiano e di una grammatica ebraica in lingua italiana, oltre a un’introduzione divulgativa alla Bibbia. Infine, impossibile non citare la sua ultima opera, il Machazor di rito italiano secondo gli usi di tutte le Comunità.
Ad aprire la seconda sessione del convegno, moderata da Dario Disegni, sarà rav Roberto Colombo che darà un punto di vista personale sul suo rapporto con il grande maestro e fondatore di Torath Chajim, ricordando i due anni da rabbino capo della Comunità di Torino di Artom, per poi concludere il suo intervento parlando di “Responsabilità Individuale e Responsabilità Collettiva”.
Tema sempre caldo e di grande attualità quello trattato da rav Gianfranco Di Segni: “Problemi di bioetica: Trapianti di organi, Eutanasia, Autopsia, Contraccezione”.
A chiudere l’intensa giornata saranno gli interventi di rav Luciano Caro, “Non vi è pena all’infuori della colpa”, e di Franco Segre, “Intesa e Statuto” e “Il Populismo”
Slegato dall’appuntamento di domenica, ma doveroso da ricordare, lo speciale Kiddush di sabato mattina in onore dei partecipanti alla marcia da Borgo San Dalmazzo a Auschwitz del progetto “Passo dopo passo”. Un’iniziativa promossa dalla Compagnia “Il Melarancio”e dall’Officina Residenza Multidisciplinare di Cuneo, che ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano una medaglia quale suo premio di rappresentanza. Un nucleo di nove persone (fra cui due attori, un musicista, un fotografo e un videomaker), è partito lo scorso 15 febbraio e percorrerà in 76 giorni, attraversando Italia, Austria, Repubblica Ceca e Polonia, i 1913 km che distano da Borgo San Dalmazzo al campo di Auschwitz. Passo dopo passo, la compagnia seguirà lo stesso viaggio che portò nel 1944 ventisei ebrei, catturati nella provincia di Cuneo, al campo di concentramento polacco. Solo due sopravvivranno.
Un pellegrinaggio laico di riflessione sul significato della memoria e sulla sua necessità, diviso in circa settanta tappe e aperto a chiunque voglia partecipare. L’idea cardine di questo progetto è quella di “ridare significato al “Tempo dell’Uomo” attraverso un percorso in cui la lentezza diventa valore fondante – si legge sul sito dedicato all’iniziativa www.viaggioadauschwitz.com – perché solo lentamente possiamo prenderci il tempo della cura di noi stessi e degli altri; procedendo, passo dopo passo, possiamo aggregare e costruire comunità itinerante che condivide e partecipa; solo lentamente, in punta di piedi crediamo si debbano raggiungere i luoghi della disumanizzazione, perché ci vuole forza, rispetto e umiltà per affrontarli e condividerli; solo con pazienza possiamo conquistare una forza nuova capace di creare conoscenza”.

Daniel Reichel