Qui Torino – La lezione di rav Emanuele Artom z.l. e il nuovo sito del Portale dell’ebraismo italiano

“Sono commossa e orgogliosa che la Comunità di Torino abbia deciso di organizzare questo appuntamento in onore di mio padre” ha sottolineato in apertura del convegno Torath Chajim Naomi Goldenberg Artom, figlia di rav Menachem Emanuele Artom z.l. Davanti ad un folto pubblico, proveniente da diverse Comunità italiane, ha avuto infatti inizio la prima sessione del convegno dedicato al grande maestro e rabbino Artom. “Lo ricordiamo con grande affetto e rispetto – ha affermato il presidente della Comunità di Torino Tullio Levi, inaugurando l’evento – tra il 1985 e il 1987, durante l’ultimo periodo del mio secondo mandato da presidente, rav Artom z.l. fu nominato rabbino capo della nostra comunità. Sono stati anni brevi ma intensi; grazie alla sua grande esperienza seppe dare un importante impulso alla vita e alla realtà ebraica torinese. Sapeva capire le esigenze delle persone e cercava sempre la strada meno conflittuale per risolvere le difficoltà”. Levi, confessando un po’ di commozione, ha poi presentato al pubblico il nuovo sito Torath Chaim, pagina web legata a moked.it, creata per offrire un moderno e alternativo spazio di dibattito per la realtà ebraica italiana. “Questo sito – ha spiegato il presidente leggendo i saluti inviati ai partecipanti dal direttore Guido Vitale – è nato proprio da un’idea avuta mentre stavamo progettando questo convegno. Parlando con Vitale si è pensato alla possibilità di tradurre telematicamente gli insegnamenti di rav Artom. E, siccome il direttore di moked ha il pregio di tenere fede a ciò che dice, oggi possiamo inaugurare effettivamente il nuovo sito”. Da oggi, dunque, curiosi ed esperti potranno visitare Torath Chaim, la pagina web dedicata alla legge ebraica, in cui peraltro sarà possibile consultare l’intera raccolta dell’omonima rivista (Torath Chajim appunto) che rav Artom fondò e guidò per oltre quarant’anni.
Dopo il messaggio di auguri della moglie di Artom, Elena, direttamente da Israele, è stata la figlia a ripercorrere la vita del padre, raccontando attraverso parole ed immagini il grande lavoro e l’impegno umano di un personaggio indimenticato dell’ebraismo italiano e non solo. “Mio padre era un uomo rigoroso, a cui non piacevano i compromessi di comodo ma sempre disponibile verso il prossimo – ha ricordato Naomi Goldenberg che, mentre alle sue spalle appariva l’immagine di suo padre con Isacco Levi nella sinagoga piccola di Torino, ha aggiunto con un sorriso – Lui sarebbe sicuramente stato fiero di mio figlio Menachem che questo shabbat ha letto l’haftarah seguendo il minhag italiano, dopo averlo studiato a lungo visto che da noi si segue quello ashkenazita”.
Sul significato della rivista Torath Chajim si è soffermato l’intervento di rav Eliahu Birnbaum, rabbino capo di Torino. “A essere sincero devo esprimere la mia invidia nei confronti di rav Artom z.l. Poco tempo fa, infatti, una persona della comunità mi ha confidato di aver sempre considerato rav Artom come il proprio padre spirituale. E che complimento maggiore può ricevere un rabbino se non questo”. Entrando poi nel vivo del suo intervento, rav Birnbaum ha spiegato che Torath Chaim non è tanto il titolo della rivista ma è il fondamento da cui tutto il lavoro e lo studio di Artom è iniziato. “Quattro credo siano i punti cardine del suo pensiero – ha continuato Birnbaum – egli considerava la Torah come indissolubilmente legata alla vita, come fonte, gioia e azione di vita; la Torah deve generare nell’uomo attivismo, deve spingerlo ad agire e non a rimanere passivo; non deve essere ricondotta solo all’ambito religioso ma è fondamento di tutta la società; e infine, legata a quest’ultimo aspetto, la Torah è dinamica, può far fronte alle condizioni della modernità”.
Alle parole di rav Birnbaum ha fatto seguito la lezione di rav Alberto Somekh su “Giornalismo: Calunnia e Maldicenza”. “Artom e il suo gruppo di studi – ha spiegato rav Somekh – analizzarono già negli anni Cinquanta e Sessanta il problema di come rapportare l’agire corretto del giornalista con le questioni halakchiche del Lashon Ha Ra e del problema della maldicenza”. La soluzione è di una sorta di bilanciamento tra l’interesse ad informare e la necessità di non arrecare danno ingiusto alla persona di cui si scrive o parla.
La sessione mattutina è terminata con le due lezioni di rav Elia Richetti su “Due grandi Maestri dell’Ebraismo Italiano: Samuel David Luzzatto e Elia Samuel Artom” e di Guido Guastalla in merito a “L’attività editoriale di M. E. Artom”. I lavori sono proseguiti nel pomeriggio con altri interessanti interventi, moderati da Dario Disegni, di rav Roberto Colombo, rav Gianfranco Di Segni, rav Luciano Caro e Franco Segre.

Daniel Reichel