Israel University Day – Appuntamento con il futuro

Dopo il successo della prima edizione, torna anche quest’anno l’Israel University Day, giornata nazionale di informazione sulle università israeliane. Un appuntamento rivolto agli studenti delle superiori interessati a proseguire gli studi in Israele o semplicemente a trascorrere lì il sempre più gettonato ‘anno di pausa’ per capire quale strada imboccare, ma anche a universitari e professionisti che desiderano approfondire la propria formazione in istituti universalmente riconosciuti come poli d’eccellenza.
“L’Israel University Day è un’esperienza unica in Europa – spiega Claudia De Benedetti, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che insieme all’Unione giovani ebrei d’Italia ha promosso l’iniziativa – Abbiamo lavorato molto per ampliare il più possibile le materie coperte in questa giornata, perché abbiamo capito che un’esperienza di formazione in Israele non deve essere vista necessariamente come un primo passo verso l’alyah, ma come un periodo di studi in alcune tra le migliori università del mondo. Proprio per questa ragione l’iniziativa interessa non solo i giovani delle Comunità ebraiche, ma quelli di tutto il paese, specialmente coloro che studiano o lavorano in ambito scientifico o tecnologico”.
Nato da un’idea di Piero Abbina, presidente dell’Associazione Amici del Technion, l’Israel University Day 2011 moltiplica l’offerta di informazioni grazie a tante novità inserite nell’agenda. In programma due appuntamenti, a Roma il 27 febbraio dalle 15.30 alle 20 al Pitigliani e a Milano il 28 febbraio dalle 17.30 alle 22 alla biblioteca Hasbani della scuola ebraica. A intervenire saranno docenti dei principali atenei israeliani (Bar Ilan, la Ben Gurion di Beersheva, la Hebrew University di Gerusalemme, l’IDC di Herzlya, il Technion e l’Università di di Haifa, la Tel Aviv University) e altri istituti che offrono formazione post liceale (Betzalel e Hadassah), i movimenti giovanili Benè Akiva e Hashomer Hatzair, la Masa, organizzazione che offre e finanzia programmi e borse di studio destinate a studenti ebrei provenienti da tutto il mondo per far trascorrere loro un periodo di studio in Israele. Sarà inoltre proposta una summer school nell’Università di Haifa organizzata dal professor Filippo Novario che insegna all’Università del Piemonte orientale. Si parlerà infine di formazione post universitaria e di dottorati, anche alla luce degli accordi di collaborazione scientifica e tecnologica di recente stipulati tra Italia e Israele.
I partecipanti alle due giornate di Roma e di Milano potranno assistere alle presentazioni dei vari istituti, ma anche soddisfare le proprie curiosità in colloqui privati e parlare con studenti ed ex studenti delle varie università chiamati a condividere la propria esperienza di ragazzi che, poco o tanto tempo fa, hanno fatto le valige e lasciato l’Italia per studiare in Israele.
“Il nostro scopo è fornire a studenti e famiglie indicazioni sulle possibilità di formazione in un paese all’avanguardia e famoso per i suoi programmi d’eccellenza – sottolinea Raffaele Turiel, assessore all’educazione dell’UCEI – In questo senso all’appuntamento di Roma interverrà Roger Abravanel, che riteniamo sia un testimonial particolarmente adatto a spiegare le ragioni per guardare al network formativo israeliano, pensando anche al concetto di meritocrazia di cui Abravanel è grande promotore, ricordando il suo omonimo libro di alcuni anni fa”.
Uno degli ostacoli più complessi che gli italiani che desiderano studiare un’università israeliana si trovano a dover superare è costituito dallo psicometrico, il test d’accesso valido per qualsiasi facoltà che, già difficile per gli studenti israeliani e stranieri che possono affrontarlo nella propria lingua madre, diventa spesso proibitivo per i ragazzi provenienti dal Belpaese, non esistendone una traduzione in lingua italiana. Per questa ragione UCEI e Ugei si sono attivate già dallo scorso anno perché la Nite, ente che organizza lo psicometrico, recepisca l’istanza di proporre anche una versione del test in italiano. “Il nostro non è un paese che conta su Comunità ebraiche molto numerose, ma gli studenti italiani che si trovano ad affrontare lo psicometrico sono comunque tanti – puntualizza Claudia De Benedetti – Insieme alle organizzazioni di italiani in Israele e con la collaborazione fondamentale dell’ambasciata israeliana in Italia ci siamo attivati perché fare lo psicometrico in italiano, come già in inglese, francese e molte altre lingue, diventi al più presto possibile. E devo dire che abbiamo trovato molta disponibilità ad ascoltarci, per cui penso che nei prossimi mesi potremo avere dei risultati importanti da questo punto di vista”.

Rossella Tercatin