Qui Firenze – La gioia e le regole dell’enogastronomia ebraica

“Anche nella legge divina è presente il piacere del convivio”. È questo uno dei punti chiave dell’itinerario enogastronomico intrapreso da Umberto Piperno, rabbino impegnato nel campo della kasherut, davanti al partecipe pubblico del Lyceum Club Internazionale di Firenze accorso numeroso per assistere a una suggestiva “passeggiata”, rav Piperno la definisce così, alla scoperta delle peculiarità dell’alimentazione kasher, sempre più fenomeno di tendenza che travalica i confini della religione per attrarre un crescente numero di consumatori. Organizzato dall’associazione femminile Lyceum Club Internazionale in collaborazione con le associazioni Adei–Wizo (Associazione donne ebree d’Italia) e Italia–Israele di Firenze, l’incontro si è svolto in due fasi, la prima declinata negli interventi dei relatori, la seconda dedicata alla degustazione di alcuni vini offerti da Gennazzani e Silvera e serviti tra gli altri da alcuni sommelier della prestigiosa Enoteca Pinchiorri, storico locale fiorentino che ha nella sua cantina una significativa selezione di bottiglie kosher. Dall’obbligo di bere fino a confondere il bene e il male in occasione del Purim al bicchiere di vino lasciato sulla tavola del Seder di Pesach per il profeta Elia, dalla sacralità e propositività della benedizione sabbatica del kiddush agli intrecci romantico-spirituali del Cantico dei Cantici: l’ebraismo è strettamente legato al frutto dell’uva e rav Piperno, nonostante il tempo limitato a disposizione, è riuscito a dare un quadro ampio di questo straordinario legame. “Bere da un punto di vista ebraico deve essere un atto responsabile. Bere significa essere consapevoli della gioia ma anche dell’esistenza di alcune limitazioni. Con il vino l’uomo può avvicinarsi alla perfezione”, dice Piperno. In apertura di incontro era stata la professoressa Bemporad a catalizzare l’attenzione della platea con un personalissimo percorso nei sapori ebraici della sua famiglia culminati nel libro La storia passa dalla cucina, volume scritto nel 2000 da sua madre Jenny Bassani Liscia in cui si fondono le esperienze delle tradizioni gastronomiche ferrarese e giudaico-livornese. Attraverso un percorso intenso nei ricordi, la professoressa Bemporad ha ricomposto un affresco familiare fatto di odori e colori in cui emerge la figura di una cuoca ebrea estrosa e creativa consapevole che cucinare significa non solo cuocere delle pietanze ma anche creare intorno al piatto un gradevole apparato olfattivo e visivo.

Adam Smulevich