famiglia…

“Si fece la conca di rame…con gli specchi delle donne…” (Shemot 38:8). La conca di rame era posta all’esterno dell’Ekhal, la sala dove si trovavano la menorà, il tavolo dei pani perenni e, nel kodesh hakodashim, l’arca dell’alleanza. Era fatto con gli specchi che le donne usavano per il trucco, e serviva per le abluzioni dei sacerdoti prima di iniziare il servizio e anche per prendere l’acqua che la sotà, la donna sospettata di adulterio, avrebbe dovuto bere. E’ chiaro che la conca di rame esprima il concetto di kedushà-santità, in particolare quella della famiglia. Il Kohen, con l’abluzione nella conca, non solo si preparava al servizio sacro che doveva espletare, ma si poneva davanti a uno “specchio” che simbolicamente gli rifletteva il senso sacro della famiglia. Per questo la Torà nomina la conca come l’ultimo degli oggetti costruiti del Tabernacolo, per sottolineare che la sacralità della famiglia è basilare senza la quale, persino il culto nel Tebernacolo/Tempio, non può sussistere.

Adolfo Locci, rabbino capo di Padova