Crimini e responsabilità
Venerdì sera una ragazza italiana è stata stuprata al centro di Roma. La vittima era appartata con un ragazzo nell’edificio dell’ex-ambasciata somala in via dei Villini. Di questa realtà mi sono occupato per il Portale dell’ebraismo italiano alcune settimane fa, quando associazioni e giornali mostrarono una situazione…
Venerdì sera una ragazza italiana è stata stuprata al centro di Roma. La vittima era appartata con un ragazzo nell’edificio dell’ex-ambasciata somala in via dei Villini. Di questa realtà mi sono occupato per il Portale dell’ebraismo italiano alcune settimane fa, quando associazioni e giornali mostrarono una situazione di inaccettabile degrado: in un palazzo privo di qualunque servizio vivevano circa duecento rifugiati politici provenienti dalla Somalia, di cui semplicemente nessuno si era mai occupato. Una volta riconosciuto lo status di asilo, tanti saluti e tanti auguri. Venerdì sera i due giovani sono raggiunti da altri due occupanti che violentano la ragazza, e che sono stati opportunamente arrestati. In seguito all’episodio parte subito il triste valzer delle dichiarazioni politiche. Il sindaco Gianni Alemanno, dopo aver vinto le elezioni dipingendo una città di donne violentate a ogni angolo di strada, si trova tre anni dopo alle prese con tre stupri in sette giorni. E cosa fa? Semplice: sgombra i profughi dall’ambasciata e li lascia un giorno per strada, al gelo. Sabato notte una settantina di loro vengono sistemati a dormire nella fermata metro di piazza Barberini, ovviamente senza servizi igienici, sotto lo sguardo sbigottito di metronotte e personale della metro. Quando finalmente si individua una sistemazione alternativa (l’ambasciata sarà «murata», dichiarazione di ieri), non rallentano le minacce del ministro Roberto Maroni sul probabile esodo di profughi dal Nordafrica. Nell’esprimere questa posizione a Bruxelles, Maroni non ha avuto fortuna. I suoi colleghi gli hanno fatto notare che l’Italia è il paese europeo che ospita meno rifugiati (anche grazie alla pratica dei respingimenti). Tanto per farsi un’idea dei numeri, 55 mila contro i 600 mila della Germania. Senza contare, ovviamente, che li trattiamo peggio e che destiniamo meno fondi alla cooperazione allo sviluppo. Insomma, la morale è sempre la stessa: volano solo gli stracci. Perché è giusto punire duramente chi ha commesso un crimine orribile, ma non sarebbe male chiedersi chi abbia responsabilità più generali.
Tobia Zevi, associazione Hans Jonas