Qui Milano – Guerra dei numeri e dimissioni in Consiglio Giunta determinata a proseguire sulla via del rinnovamento

Una riunione di Consiglio estremamente combattuta e protrattasi a lungo nella notte, i gruppi di minoranza convinti di farsi interpreti delle inquietudini che attraversano la Comunità, una compagine di governo decisa a proseguire nel lavoro di rinnovamento e di riforma delle istituzioni e del rapporto fra iscritti e istituzioni. La realtà ebraica milanese si è confermata ancora sede di un serrato confronto e laboratorio avanzato dei problemi e dei progetti dell’ebraismo italiano.
L’epilogo è quello che in ogni organo elettivo si vorrebbe evitare: le dimissioni di due Consiglieri di minoranza, Walker Meghnagi e Daniela Zippel, che alle elezioni di maggio, candidati insieme nella lista Unità e Continuità, avevano ottenuto il primo e il terzo posto per numero di preferenze ricevute (al secondo posto l’attuale presidente Roberto Jarach, capolista di Ken che ha portato in Consiglio dieci rappresentanti). Eppure, nonostante la scossa che la loro decisione ha portato con sé, sarebbe riduttivo considerare soltanto questo momento per fotografare la riunione del Consiglio. Perché è stato un momento in cui si sono discusse molte tematiche fondamentali per la vita della Comunità, in un confronto caratterizzato da una particolarità: l’analisi dei numeri.
Sono stati proprio i numeri ad assumere il ruolo di pomo della discordia. Non soltanto per la diversa lettura che maggioranza e opposizione hanno proposto riguardo ai dati relativi ad iscrizioni, trasferimenti e cancellazioni da Comunità e Scuola ebraica, ma anche per il diverso approccio alle considerazioni matematiche. Della trasparenza nella presentazione dei dati, economici e non, riguardanti la gestione comunitaria, l’attuale Giunta, con l’assessore alle Finanze Alberto Foà in testa, ha fatto un suo punto di forza, considerandola la migliore rappresentazione dello stato delle cose e del lavoro portato avanti. Una metodologia osteggiata, almeno in parte, dall’opposizione, partendo dall’idea che non è con i numeri, o almeno non è soltanto con quelli, che si governa una kehillah.
Dunque Foà ha messo in risalto che sono stati entrati nella lista dei contribuenti oltre 1200 iscritti che prima della riorganizzazione del sistema dei tributi non erano nemmeno stati censiti, a fronte di 79 cancellazioni dalla Comunità e di un centinaio di richieste di trasferimento, sottolineando ancora una volta come per la sopravvivenza della Comunità stessa sia fondamentale che i suoi iscritti le attribuiscano un valore e siano disponibili a contribuire. Viceversa alcuni Consiglieri di opposizione hanno messo in risalto il grande disvalore che comporta la perdita di ogni iscritto, di ogni “anima ebraica”.
Un discorso analogo è stato ripetuto per le iscrizioni a scuola, dove i dati forniti parlano di una trentina di ragazzi tra elementari, medie e superiori che hanno richiesto il nulla osta per proseguire i propri studi altrove, mentre invece al nido (che la giunta ha deciso di rendere gratuito), si registra un trend di crescita del numero dei bambini che porterebbe ad almeno una decina di piccoli in più rispetto all’anno in corso.
Di numeri, nell’ambito della Comunità di Milano, si parla da mesi anche a proposito dell’esposizione debitoria, che rimane allarmante, in particolare per il mancato versamento negli anni scorsi dei contributi previdenziali spettanti ai dipendenti, come è stato evidenziato al momento di votare la delibera, passata a grande maggioranza, che prevede la dismissione di alcuni immobili di proprietà della Comunità per risolvere il problema.
Ma è stata la discussione sulla scuola, sulla necessità di rilanciare le superiori e di contrastare la fuoriuscita degli studenti, che ha prodotto lo strappo finale di Meghnagi e poi di Zippel, insoddisfatti per l’approccio della Giunta, giudicato “poco ebraico” e poco attento alle situazioni specifiche delle famiglie.
Uno strappo che impone al Consiglio una riflessione sul proprio operato al di là delle logiche di maggioranza e opposizione, come si è percepito dal clima e dagli interventi che hanno fatto seguito alle dimissioni dei due Consiglieri. Anche perché, come era già stato fatto notare in precedenza durante la riunione, il Consiglio e la Giunta milanesi lavorano ormai sotto i riflettori di numerosi mezzi di informazione, che sembrano aver profondamente cambiato il modo di percepire gli organi di governo della Comunità da parte della Comunità stessa. E la consapevolezza di questa situazione ha spesso contribuito a incrementare il nervosismo della dialettica tra maggioranza e opposizione, ma soprattutto tra la Comunità come istituzione e la Comunità come base di iscritti. Bollettini e newsletter personali e di gruppo (alcune animate da iscritti alla Comunità, una anche da un Consigliere di minoranza, Guido Osimo) hanno svolto secondo alcuni un ruolo utile, secondo altri hanno invece giocato a favore dell’allarmismo nel porre l’accento sui problemi a discapito della volontà di costruire, diffondendo riferimenti numerici e quantitativi talvolta privi di riscontro nella realtà dei fatti. Per questa ragione in molti e in modo bipartisan hanno parlato della necessità di un ripensamento della strategia di comunicazione.
Il Consiglio si è chiuso formulando un invito indirizzato a Walker Meghnagi e Daniela Zippel a riconsiderare la decisione di dimettersi, esprimendo grande apprezzamento per il valore che apportano in termini di competenza e di rappresentatività. A discutere della loro presa di posizione e dei problemi da cui è scaturita sarà probabilmente un nuovo Consiglio nei prossimi giorni.
Nel frattempo l’intera comunità avrà l’occasione di incontrarsi domenica 6 marzo per festeggiare il ritorno al Tempio centrale degli argenti rubati. Una celebrazione che potrà rappresentare un momento di coesione, e forse di riflessione a proposito dei grandi cambiamenti che la Comunità ebraica di Milano sta attraversando.

Rossella Tercatin