Israele – Il ministro Lieberman in Italia a confronto con Frattini e il cardinal Bertone
Faccia a faccia, stamane alla Farnesina, tra i ministri degli Esteri italiano ed israeliano Franco Frattini e Avigdor Lieberman, da ieri sera a Roma per una serie di incontri che verteranno sulle principali questioni di politica internazionale, dall’esodo di profughi africani in Europa agli sviluppi della situazione in Medio Oriente. Questa mattina il ministro israeliano è già stato ricevuto in Vaticano dal cardinale Tarcisio Bertone, responsabile per le relazioni estere della Santa Sede e dall’arcivescovo Dominique Mombarti, segretario per le relazioni con gli stati. Nel pomeriggio, nella residenza dell’ambasciatore di Israele Gideon Meir, il ministro Lieberman incontrerà gli esponenti della comunità ebraica nella capitale. Stasera, invece, parteciperà ad un ricevimento in un grande albergo romano patrocinato dal Keren Hayesod, l’organizzazione centrale di raccolta di fondi per Israele nel mondo intero. Domani Lieberman avrà colloqui con il premier Silvio Berlusconi, con il presidente della Camera Gianfranco Fini e con il titolare dell’interno Roberto Maroni. Quindi si sposterà a Torino e a Milano.
“Sono sempre stato considerato un personaggio controverso perché offro nuove idee. Ma per me essere polemico, è un fatto positivo”, dice di se stesso Avigdor Lieberman, il ministro degli Esteri e viceprimo ministro israeliano da oggi in Italia in visita ufficiale. Leader della formazione Israel Beitenu, Lieberman ha tramutato in pochi anni il suo movimento da partito di nicchia per gli Olim (nuovi immigrati) russi a terza forza politica del paese e oggi egli stesso lo definisce partito più trasversale ed eterogeneo fra quelli rappresentati alla Knesset .
“Come può essersi verificato tutto questo? E ancor più importante, come possiamo far buon uso del nostro successo elettorale? “ si domandava il ministro all’indomani delle ultime elezioni israeliane.
Avigdor Lieberman nasce il 5 giugno 1958 a Chişinău in Bessarabia,capitale e città più popolosa della Moldavia. Si trasferisce in Israele nel 1978. Accarezza l’idea del kibbutz, ma poi va a vivere a Beer Sheva, presta servizio militare nel corpo di artiglieria da cui si congeda con il grado di caporale e successivamente consegue un BA in Relazioni Internazionali e Scienze Politiche all’Università Ebraica di Gerusalemme. Durante gli studi, è attivo nel gruppo di studenti “Kastel” associato con il Likud. In quegli anni il giovane Lieberman si dà molto da fare nella ricerca di un lavoro e gli viene offerto di lavorare nel club studentesco “Shabul”, dove incontra la sua futura moglie, Ella (dalla quale avrà tre figli). Un anno dopo ne diviene direttore generale e responsabile di tutte le attività del club.
Dal 1983 al 1988 Lieberman contribuisce alla fondazione del Forum Sionista per ebrei sovietici è membro del Consiglio della Jerusalem Economic Corporation e segretario della sezione di Gerusalemme del Histadrut Ovdim Le’umit. E’ nel 1988 che inizia a lavorare con Benjamin Netanyahu. Negli anni fra il 1993 al 1996 che seguono l’elezione di Netanyahu come leader di partito, Lieberman diviene direttore generale del partito Likud e nel 1997 direttore gegerale dell’ufficio del Primo Ministro al servizio di Benjamin Netanyahu. Il suo ingresso nella parte attiva della politica è nel 1999 quando dopo aver fondato Israel Beitenu, il partito degli “olim russi” diretto avversario di Yisrael BaAliyah guidato da Natan Sharansky, conquista quattro seggi alla Knesset. Nel marzo del 2001 viene nominato ministro delle Infrastrutture, ma si dimette nel marzo 2002. Nel febbraio 2003 diviene ministro dei Trasporti. Esce poi rimosso dal governo Sharon nel maggio 2004 a causa della sua opposizione al piano di disimpegno territoriale israeliano da Gaza.
Alle elezioni del 2006 conquista undici seggi, all’inizio è all’opposizione ma dopo pochi mesi, nell’ottobre 2006 Lieberman stringe un accordo con il Primo ministro Olmert ed entra al governo con la carica di vice Primo ministro e ministro degli Affari strategici, una posizione creata ex novo e che ha come obbiettivo principale quello di tenere sotto controllo la minaccia iraniana.
Due anni dopo, nel 2008 per disaccordi con il gabinetto del Primo ministro lascia il governo seguito da tutti gli altri membri del suo partito, secondo Lieberman, i “negoziati sulla base di terra per la pace sono un errore gravissimo… e ci distruggerà”.
Israel Beitenu che è stato descritto come “il partito di un solo uomo” per le sue riunioni chiuse ai media e per la riluttanza dei suoi esponenti a rilasciare interviste, dopo le elezioni del 16 marzo 2009 è entrato nella coalizione del governo Netanyahu.
Dopo aver assunto l’incarico di ministro degli Esteri Lieberman ha espresso la propria perplessità sugli accordi della Conferenza di Annapolis che prevedevano la composizione di tutte le questioni negoziate prima della loro realizzazione sul campo, aggiungendo che queste discussioni non sono mai state ratificate dalla Knesset.
Le sue rigide posizioni hanno creato delle spaccature in seno alla società israeliana, che gli sono valse l’etichetta di ultra nazionalista, in casa e all’estero. Ai primi di maggio 2009, Lieberman si è recato in missione diplomatica in molte città europee fra cui Roma, Parigi, Praga e altre città. II 4 maggio, in una conferenza stampa in Italia, aveva affrontato approfonditamente il problema di uno stato palestinese, affermando che “L’obiettivo di questo governo non è di produrre slogan o fare dichiarazioni pompose, ma raggiungere risultati concreti”. Parole dure, ma molti ricordano che in passato sono proprio i leader della destra israeliana, i più espliciti nell’affermazione della sicurezza nazionale, ad aver dimostrato la forza e il coraggio di compiere passi decisivi verso la pace.