Tsunami – Organizzazioni ebraiche già in campo per gli aiuti
“Israele ha offerto il suo aiuto appena la notizia del terremoto è stata divulgata”. Queste le parole usate dal console giapponese in Israele Mitoshiko Shinomya per ringraziare il governo Netanyahu dell’immediata offerta di un corpo di emergenza finalizzato a operare sul suolo nipponico nelle operazioni di salvataggio e assistenza necessarie in seguito al terribile evento sismico che ha letteralmente devastato il paese asiatico. “Garantiamo il massimo supporto ai nostri amici giapponesi” dice Netanyahu alla stampa. Intanto molte ong israeliane ed ebraiche sono al lavoro per riproporre il modello di assistenza che ha già operato con successo in vari scenari internazionali di grande drammaticità tra cui Haiti dove l’efficienza dell’ospedale da campo impiantato dall’esercito israeliano nelle vicinanze di Port-au-Prince suscitò l’ammirazione del mondo intero. L’organizzazione no profit IsraAID ha annunciato l’invio in Giappone di sei medici professionali e di uno staff istruito a operare in scenari di estrema criticità. “Si tratta in buona parte – spiega il presidente di IsraAID Shachar Zahavi – di persone che nel passato hanno fatto parte dei nuclei di ricerca e soccorso delle forze di difesa israeliane”. Il gruppo raggiungerà il Giappone dalla Corea del Sud nelle prossime ore: resta ancora da capire dove verrà dislocato e quali operazioni gli verranno affidate. “Al momento – prosegue Zahavi – siamo ancora in attesa di capire quale sarà il nostro ruolo. In contesti come quello attuale una delle principali esigenze è la bonifica delle acque. Va detto però che i giapponesi stanno affrontando il problema con grande professionalità. Se si renderà necessario in Israele ci sono comunque numerosi altri gruppi di soccorso pronti a partire”. Nel corso del weekend numerosi enti ebraici hanno manifestato solidarietà per le vittime del disastro naturale annunciando l’invio di uomini in loco e lanciando alcune raccolte fondi per aiutare chi versa in condizioni di bisogno. Tra le associazioni più attive in queste ore figurano American Jewish Committee e Jewish Federations of North America. Entrambe hanno assicurato il massimo sostegno possibile in termini di uomini e risorse economiche al pari dell’American Jewish Joint Distribuion Committee che ha provveduto a contattare le autorità giapponesi offrendo la propria consolidata esperienza nel campo. “In questi momenti di lutto le nostre preghiere e i nostri pensieri – dice il capo esecutivo del JDC Steven Schwager – vanno alle famiglie delle vittime del terremoto. Come abbiamo già fatto ad Haiti e in occasione dello tsunami del 2004 faremo di tutto per collaborare alle operazioni di salvataggio avvalendoci di quanto appreso in queste precedenti e tragiche esperienze”. Alla conclusione dello Shabbat anche due team dell’ente di soccorso Zaka si sono immediatamente attivate per partire con destinazione Giappone. Ad attenderli uno scenario devastante in cui potrebbero essere rimasti tragicamente coinvolti anche sei cittadini israeliani di cui non si hanno ancora notizie a quanto riferiscono le autorità di Gerusalemme.
Adam Smulevich